James Pallotta, presidente della Roma

Il sì del Comune al nuovo stadio fa tracimare la felicità di James Pallotta, che a caldo commenta: «È stato un percorso molto lungo, che potrebbe essere paragonato a quello fatto dai Romani in molte campagne del passato. Ma la prossima tappa di questo viaggio è di fronte a noi e, per questo, vorrei ringraziare prima di tutto i nostri tifosi. Un grande ringraziamento va alla sindaca Virginia Raggi e al vicesindaco Luca Bergamo e a tutti gli altri membri dell’amministrazione, senza dimenticare Luca Parnasi e la sua squadra. E più di tutti voglio far sentire il mio grazie a Baldissoni e a tutto lo staff dirigenziale della Roma, che ha lavorato qui e all’estero, assieme ai giocatori e all’allenatore. Questa è una serata importante per la Roma. Non vediamo l’ora di costruire uno stadio che Roma possa mostrare a tutto il mondo del calcio».

Ma il presidente non si ferma qui. «Potete scommettere che già nel 2020 giocheremo nel nuovo impianto – spiega, dopo aver parlato al telefono con la Raggi –. Vedrete che grazie allo stadio la Roma avrà molti più soldi per la squadra. Tante cose positive arriveranno presto». Se si pensa che Pallotta manca da Roma da settembre, nell’aria sembra esserci anche un cambiamento di rotta anche nel tipo di rapporto con la propria società. «A marzo sarò a Roma, e poi verrò anche a maggio e giugno. Adesso però devo andare perché c’è in città lo chef Massimo Bottura e io ho fame…». Per operare bene e velocemente occorrono finanziamenti e così il presidente ha dato mandato alle banche d’affari Morgan Stanley e Goldman Sachs di setacciare partner internazionali di alto livello per affiancarlo nei progetti. Ovviamente in una doppia chiave: trovare soci per il finanziamento dell’investimento per il nuovo impianto; trovare soci per il club, il cui valore naturalmente crescerà proprio per via dello stadio. L’«appeal» romano, infatti, è grande sia sul mercato Usa che su quello dell’Estremo Oriente, soprattutto cinese. Adesso però è escluso che il presidente ceda tutte le quote del club. A fronte di una eventuale offerta «monstre», qualora decidesse un disimpegno calcistico, la cosa sarebbe progressiva, anche se potrebbe avvenire persino col nuovo stadio «in fieri».

I nuovi scenari, comunque, potrebbero avere effetti positivi anche sui rinnovi. A partire da quello di Spalletti ai molti big in attesa, De Rossi, Nainggolan e Strootman su tutti, in attesa del verdetto di Totti. Non basta. Il sì allo stadio renderà più facile anche la caccia al «main sponsor». E a questo proposito ci sarà da lavorare anche sul fronte del nuovo stadio, perché la questione dei «naming rights» potrebbe diventare presto una nuova importante fonte d’introito.

(Gazzetta dello Sport)



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