ULTIME NOTIZIE STADIO DELLA ROMA RAGGI – I 17 che fecero l’impresa. Perché questa, in fondo, è stata la revoca del pubblico interesse al progetto del nuovo stadio della Roma che doveva sorgere a Tor di Valle, scrive La Gazzetta dello Sport. Questi i consiglieri dell’Assemblea Capitolina che hanno votato la delibera tanto attesa dal club. «Si apre una nuova pagina. i tifosi sono stati ascoltati», dice il ceo Fienga.
Da oggi la caccia alla nuova area per l’impianto avrà i crismi dell’ufficialità, anche se da tempo i dirigenti della società – da Scalera a Fienga – lavorano in questo senso, affastellando idee e nodi per le zone di Ostiense, Pietralata, Togliatti o Eur, senza contare le idee di ristrutturazione del Flaminio e dello stesso Olimpico. Ma tutto questo è futuro.
Il presente racconta di un atto portato a casa faticosamente, se si pensa che dai 28 consiglieri a disposizione del Movimento 5 Stelle, ridottisi poi a 20, nonostante il supporto del Pd e di Sinistra per Roma, solo in 17, appunto, hanno votato all’unanimità per la revoca. Tutto questo grazie ai 7 emendamenti proposti dal Pd due giorni fa, che hanno indirizzato l’esito. «Voltiamo pagina – scrive la sindaca Virginia Raggi –.Ora guardiamo al futuro. Lo stadio della Roma voglio che sia realizzato. Ci vedremo al più presto con i Friedkin: è il momento di far diventare il sogno realtà».
Ma a intestarsi la vittoria politica è il Pd. «Dopo il pasticcio dell’amministrazione – spiega Giulio Pelonzi, capogruppo in Campidoglio – il Pd ha elaborato degli emendamenti sottoscritti anche dal Movimento. Senza questa modifica la revoca sarebbe rimasta ferma. Già nel 2017 non votammo l’interesse pubblico al progetto Raggi. Le inchieste prima e la rinuncia della Roma hanno messo la pietra tombale. La città e la Roma hanno perso 5 anni a causa della giunta Raggi». E anche il candidato sindaco, Roberto Gualtieri, annuncia: «Al via una nuova fase, da aprire il prima possibile».
Ma gli ostacoli non sono terminati, perché Eurnova, la proponente (insieme alla Roma) del progetto di Tor di Valle, è pronta al contrattacco, soprattutto dopo essere passata da Parnasi al magnate Vitek. «L’Assemblea ha scritto una delle pagine più tristi dell’urbanistica per soddisfare un interesse elettorale.
La procedura risulta palesemente illegittima e per questo un team di avvocati depositerà tutti gli atti volti a dimostrare l’invalidità della delibera e i danni che la società proponente ha subito e di cui dovrà essere risarcita, come già spiegato nelle comunicazioni inviate in via bonaria anche ai singoli consiglieri». Per questo, dopo un ricorso al Tar per ottenere una sospensiva, si annuncia una richiesta di danni al Comune, ai votanti e alla stessa Roma per 60 milioni. Proprio la formulazione degli emendamenti, però, potrebbero essere il modo per superare l’ostacolo. L’ultimo di una storia infinita.
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