Caro direttore, da mercoledì scorso sono sottoposto a una criminosa macchina del fango che non riuscirà a scalfire di un millimetro una vita dedicata alla difesa della legalità e del bene comune. Una vita spesa in battaglie che rifarei non cento, ma mille volte, per rendere le nostre città più umane e giuste. Oggi sono di fronte a un accanimento mediatico senza precedenti. E c’è un perché: la posta in gioco è alta e si chiama Stadio di Tor di Valle. Insieme a una complessiva azione di rientro nella legalità che la giunta Raggi, seppur tra incertezze e inadeguatezze, ha portato avanti finora.
Parto dalle incertezze e inadeguatezze che ho più volte pubblicamente denunciato. Nessuno di noi pensava di dover affrontare ostacoli così giganteschi. Eravamo stati messi sull’avviso da una breve, quanto incisiva, relazione del prefetto Tronca: assenza di regole nel governo del territorio, lavori pubblici milionari affidati impunemente a imprese amiche. Ma la realtà è stata superiore ad ogni previsione. Decine le deliberazioni avviate in precedenza e viziate da pesanti ombre e interrogativi.
E veniamo all’inaudito attacco alla mia persona causato dal progetto dello stadio della Roma. Ovvero la più imponente speculazione immobiliare del momento in Europa, nonché la più grande variante urbanistica ‘ad hoc’ mai approvata nella capitale. Il progetto è stato autorizzato nel 2014 con il riconoscimento dell’interesse pubblico” per alcune opere di urbanizzazione che – lo abbiamo dimostrato con i fatti – servono soltanto a chi vuole portare a casa una speculazione di un milione di metri cubi di cemento: un regalo da un miliardo e mezzo di euro. Ebbene, da quando abbiamo iniziato a lavorare per riportare il progetto nelle regole del Piano regolatore è iniziata una criminale macchina del fango.
Non nascondo che in diversi momenti, soprattutto a partire da dicembre, ho provato solitudine. Per mesi sono stato l’assessore ‘contro’, anche nella riunione che si è tenuta martedì 7 febbraio nel mio assessorato. Che non si è conclusa come i fautori del progetto speravano. Il giorno seguente, guarda caso, viene pubblicata un’“intervista truffa”. Con una sapiente regia delle uscite un quotidiano pubblica prima una conversazione, poi una registrazione audio e infine un altro stralcio di quell’audio . Tutto riferito a fatti risalenti non al giorno prima, ma addirittura a venerdì 3 febbraio. Devo pensare che sia un caso? Perchè tenersela quattro giorni nel cassetto?
Quel venerdì dopo 4 ore di teso confronto sull’emergenza abitativa un ragazzo mi si è presentato nella sala della conferenza come un militante cinquestelle e abbiamo parlato a lungo di alcune questioni romane. Solo dopo, all’esterno, sono caduto nella trappola con una registrazione illegale. È evidente che vogliono farmi fuori. Il vero punto è la colata di cemento che si vuole imporre a tutti i costi ad una città già martoriata, ridotta a un ammasso di periferie senza anima e senza quei requisiti di civiltà che dovrebbero invece contraddistinguere la capitale d’Italia.
Oggi, il M5S, se vuole, ha la grande opportunità di continuare l’azione fin qui intrapresa per far cambiare passo a Roma. Lo stadio di Tor di Valle è il banco di prova per fermare blocchi di potere che da sempre difendono la speculazione fondiaria e finanziaria a scapito dei diritti dei cittadini. Se la Raggi vuole fare questa battaglia mi troverà al suo fianco. In caso contrario, le mie dimissioni sono già sul suo tavolo.
(Il Fatto Quotidiano – P. Berdini)
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