Stadio della Roma

Un passo avanti verso la realizzazione dello stadio della Roma a Tor di Valle. Ieri la società proponente Eurnova ha consegnato ai tecnici del Comune di Roma nuove carte: documenti, planimetria e schede del progetto giallorosso rivisto e delle opere pubbliche previste. Incontro tecnico ma cruciale per l’attuazione dell’accordo del 24 febbraio scorso dopo il via libera dell’amministrazione comunale al progetto rivisto nelle cubature. E che prevede un impianto da 55 mila posti, con cubature complessive ridotte di circa il 50% e un costo che supera di poco il miliardo. In particolare si procede all’eliminazione delle tre torri di Libeskind, alla riduzione del 60% del Business Park con l’obiettivo di migliorare le caratteristiche energetiche degli edifici fino ad arrivare a target A3/A4. La parola adesso torna al Campidoglio. Per la definizione della delibera di Giunta che dovrà confermare l’interesse pubblico del progetto. Documento cruciale che, una volta chiusa la verifica di maggioranza all’interno del gruppo M5S, dovrà approdare in Conferenza dei Servizi che tornerà a riunirsi il 5 aprile. I tempi dunque sono strettissimi anche se appare probabile la richiesta di una nuova proroga che potrebbe essere avanzata dalla società proponente tramite il Comune. «L’incontro è andato molto bene – ha detto l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori – abbiamo ricevuto delle schede tecniche e altri elaborati che ci permettono di verificare la sussistenza dell’interesse pubblico del progetto e di lavorare alla definizione di un approfondimento necessario, ma direi che siamo nella direzione giusta».

Le incognite tuttavia restano. Legate all’esito del dibattito interno al Movimento 5 Stelle, alla tipologia di delibera che sarà adottata: probabile una delibera di “novazione” approvata dalla Giunta da votare successivamente in Consiglio (la maggioranza capitolina a 5 Stelle prepara una seduta straordinaria sullo stadio giovedì). Ma soprattutto alle scadenze da rispettare. Capire cioè se il Comune riuscirà a stare dentro i tempi della Conferenza avviata lo scorso settembre. «Certo, dobbiamo» ha replicato fiducioso ieri Montuori. «Abbiamo chiesto delle piccole integrazioni, però si procede su binari paralleli». Integrazioni che riguarderebbero il 10% del progetto. Sullo sfondo anche il nodo opere pubbliche (connesse all’impianto) il cui valore a carico dei proponenti scenderebbe dai 440 del primo progetto a circa 330 milioni. Da decidere infatti il destino del ponte sul Tevere che dovrebbe snellire il flusso di traffico previsto in occasione degli eventi sportivi e lo svincolo per la Roma-Fiumicino. Due le ipotesi sul tappeto secondo fonti vicine alle controparti: la prima è che il Comune realizzi il Ponte dei Congressi già finanziato dal Cipe per 147 milioni. La seconda ipotesi percorribile è quella che il Comune cancelli invece il Ponte dei Congressi e sposti i finanziamenti del Governo sul ponte del Progetto Stadio risparmiando almeno 60 milioni. Salterebbero invece due pontili e il sottopasso di via d’Asti in quanto non direttamente necessari allo stadio. Resta il finanziamento delle opere per l’unificazione dell’Ostiense fino al Nodo Marconi utilizzando il contributo costo di costruzione. Il progetto presentato prevede investimenti per il potenziamento della ferrovia Roma-Lido (sia per la stazione che per la linea). Se tutto fila liscio, cosa per nulla scontata, tra maggio e giugno si potrebbe avere il via libera definitivo all’opera con l’avvio dei cantieri a fine anno.

(Il Sole 24 Ore – L. Di Pillo)



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