Fra i Dipartimenti capitolini che hanno ridotto al minimo le prescrizioni al progetto Stadio della Roma, c’è quello dello Sport: riguardare alcuni elaborati «che presentano alcune discordanze», controllare i parcheggi «in quanto difformi dalla normativa Coni» ed «eseguire una verifica con le norme Figc e Uefa per consentire l’omologazione per gare internazionali», controllare le interferenze fra impianti sportivi esistenti e la viabilità. Infine, inserire percorsi per l’attività motoria nelle aree verdi e «prevedere la possibilità di un punto di approdo sul Tevere per canoe». Molto più rilevanti le prescrizioni avanzate dal Dipartimento Commercio. Il primo rilievo è che le attività commerciali previste nel Business Park non dovevano essere «attività di vendita in quanto, insistendo su aree private» avrebbero creato un centro commerciale. Invece, «nella nuova soluzione proposta sono specificatamente identificate proprio in attività di vendita». Tutto questo, quindi, finisce per costituire «due centri commerciali di media struttura di vendita e un centro commerciale di grande struttura».
Quindi, per il Dipartimento Commercio: o si rispettano le normative per i centri commerciali oppure bisogna ridurre la superficie di vendita scendendo dal livello centro commerciale a quello di esercizi di vicinato. Secondo problema è quello dei parcheggi:un centro commerciale deve avere determinati standard che, al momento sembrano non esserci. Anche il Dipartimento Turismo è intervenuto: nel progetto, infatti, è prevista la costruzione di un albergo. Solo che «non è chiara la classificazione nel quale si intende inquadrarlo. Si parla, genericamente, di 190 stanze di categoria 3 o 4 stelle». Per il Turismo è necessario decidere quante stelle si vogliono, poiché cambiano i «requisiti minimi funzionali e strutturali».
Inoltre, «la documentazione evidenzia la presenza di 2 strutture di vendita annesse all’albergo senza specificarne la tipologia inibendo la verifica di conformità». Stesso rilievo in merito avanzato anche dal Dipartimento Commercio che rileva la sua «non competenza» proprio perché aree interne a un albergo. Da ultimo, il Dipartimento Ambiente: il problema degli odori risalenti dal depuratore Acea è ancora uno degli elementi centrali. «Si prende atto – scrive l’Ambiente – di quanto riferito dai proponenti circa la volontà di Acea di prevedere un piano di interventi per contenere la formazione e la propagazione di sostanze odorigene» ma sarà necessaria «l’effettiva formalizzazione dell’impegno di Acea». Ultima annotazione: gli alberi. «Sinteticamente verranno abbattute circa 1.770 alberature, molte delle quali presentano criticità». Ma verranno piantati «14.520 alberi» con un saldo di 12.750 unità arboree più i 168.046 arbusti previsti».
(Il Tempo – F. Magliaro)
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