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Rassegna stampa

Stadio Roma, di sicuro c’è solo che sarà il caos

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Il primo a sostenere che il Ponte dei Congressi può sostituire quello di Traiano, progettato dalla Roma a Parco de’ Medici per il nuovo Stadio di Tor di Valle, fu l’allora assessore all’Urbanistica della Raggi, Paolo Berdini, a novembre 2016, in audizione in Consiglio regionale. Da allora, come un mantra, questa vulgata viene ripetuta in continuazione: Paolo Montuori e Linda Meleo, assessori all’Urbanistica, il primo, e alla Mobilità la seconda; Pietro Calabrese, consigliere comunale che aggiunge: «Abbiamo tolto il Ponte di Traiano perché ci sono troppe macchine in circolo». Linda Meleo, poi: «Studi sui flussi di traffico che ci garantiscono» che il Ponte dei Congressi sarà in grado di assolve re questa funzione. Abbiamo chiesto all’assessore Meleo di avere copia di questi studi e di quelli che sostanziano la strategia del Comune di rinunciare alla metro B in favore della Roma-Lido. Una richiesta cui la decantata trasparenza 5Stelle non ha mai dato risposta legittimando i dubbi su queste carte. L’unico studio sui flussi di traffico al momento fornito è quello realizzato dai proponenti del progetto. Lo studio, di febbraio 2017, prevede già la via del Mare/Ostiense unificata dal Raccordo a Marconi. E sono ipotizzate tre scenari: una con il solo Ponte di Traiano costruito, una con il solo Ponte dei Congressi e la terza senza nessuno di questi due ponti in funzione, lo scenario, quindi, più probabile almeno per i primi due o tre anni di esercizio dello Stadio. Come orari di simulazione dei flussi di traffico sono stati ipotizzati quello della mattina di un giorno feriale, l’ora di punta fra le 7.30 e le 8.30, «in cui al traffico di fondo in ingresso a Roma si somma l’ingresso degli addetti al Business Park», e quello fra «le 19:45 e le 20:45 della sera di un giorno feriale in cui, al traffico di fondo in uscita da Roma, si somma la domanda in ingresso allo stadio e la domanda indotta dal Business Park e dalla struttura commerciale (addetti e visitatori)». Per quel che riguarda la simulazione dell’orario mattutino, si legge: «non si verificano variazioni significative rispetto allo stato attuale». Insomma, traffico c’era e traffico rimane: né il Ponte di Traiano (minori tempi di percorrenza) né quello dei Congressi (minori distanze) cambiano le cose, che, senza nessuno dei due, «peggiorerebbero». E veniamo allo studio sull’orario di accesso a una partita serale: anche qui, «non emergono variazioni significative rispetto allo stato attuale», con i due Ponti sostanzialmente equivalenti fra loro e, coincidenza, con quello dei Congressi «leggermente (-0,7%) più competitivo degli altri in termini di tempo, percorrenze complessive e velocità media».

Ovviamente, anche qui, l’assenza di entrambi i ponti si tradurrebbe in «incrementi di percorrenze e tempi maggiori» ma senza pregiudicare «il funzionamento» della nuova via del Mare/Ostiense «che, a parità di criticità riscontrate nel resto della rete, presenta condizioni di deflusso del traffico generalmente migliori rispetto a oggi». Questo quanto scritto dai proponenti in risposta alle esigenze del Campidoglio a 5Stelle. Ma sorgono dubbi atroci: gli orari delle partite di calcio, complice lo spezzatino tv del pallone, sono distribuiti in molte diverse soluzioni: un anticipo il venerdì sera (per chi giocale coppe europee), tre gare di sabato in tre orari diversi, 4 orari per la domenica (12.30, 15.00,18.00 e 20.45) più il possibile posticipo del lunedì sera. A questi vanno aggiunti gli orari delle coppe europee che, per quando lo stadio sarà aperto, si svolgeranno in due fasce uguali sia per Champions che per Europa League: 19.00 e 21.00. Le simulazioni, però, sono calcolate solo su un unico orario, come se gli altri non esistessero. Non solo: ma si parla solo di simulazioni «in entrata» mai in uscita dallo Stadio. Che, invece, è il momento più delicato: non solo perché chi va allo Stadio per assistere a una gara, soprattutto vista l’esistenza delle aree ristoro e commerciali, potrebbe andarci molto prima dell’inizio della partita, cosa che, del resto, è quella che spinge la Roma a costruire aree commerciali oltre il semplice impianto. Ma anche perché l’uscita è uguale per tutti: quando arriva il triplice fischio, tutto lo stadio si svuota contemporaneamente. E, di conseguenza, chi è venuto con i mezzi pubblici prenderà la Roma-Lido per tornare a casa e si riverserà sulla Metro B a Piramide, a San Paolo o a Eur Magliana. E chi è andato a Tor di Valle con macchina o moto, si incolonnerà sulla via del Mare o in direzione Raccordo o in direzione Marconi. 25mila-30mila persone in macchina tutte insieme. Con il tappo a Marconi e il tappo delle rampe di accesso al Gra.

(Il Tempo – F. Magliaro)



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