A sollevare dubbi c’è un fronte interno alla maggioranza che al momento vede nella consigliera Cristina Grancio la “portavoce”. Con lei ci sarebbero altri 6 o 7 esponenti M5S dubbiosi sulla nuova delibera e sul progetto che prevede un taglio del 50% al disegno iniziale con un ridimensionamento delle opere pubbliche. Ma a destare perplessità c’è una questione legata alla «solidità economico-finanziaria » della Eurnova del costruttore Luca Parnasi e un’altra sulla proprietà dei terreni, a tal punto che la Grancio vorrebbe ascoltare in commissione il curatore fallimentare della Sais, la società che ha venduto l’area di Tor di Valle a Parnasi. Montuori ha provato a rassicurare la Grancio promettendo approfondimenti che finora, però, «non sono ancora arrivati». Lo conferma la consigliera M5S che non si sbilancia sull’atteggiamento che avrà in Aula al momento del voto. «Vedremo — dice al telefono — ci prendiamo questi 10 giorni, poi decideremo».

Ma sul piede di guerra ci sono anche diversi esponenti di quel “tavolo urbanistica” del M5S, la base grillina che già a febbraio aveva fatto sentire la propria voce. Alla riunione della commissione urbanistica, il 31 maggio, ha partecipato anche Francesco Sanvitto, architetto, anima del “tavolo”, critico sul progetto che non esita a definire «una vergogna». Di «farsa» vera e propria parla in un post su Facebook nel quale elenca le problematiche legate all’impianto a Tor di Valle: «Manca ancora un progetto definitivo. Come faccio a stabilire l’equilibrio economico-finanziario se non so con precisione quali saranno le opere pubbliche da realizzare? ». Inoltre, per Sanvitto, nel nuovo disegno, «restano tutte le storture della vecchia delibera firmata dall’ex assessore di Marino Giovanni Caudo. Confesso — conclude Sanvitto — che sono uscito depresso con la certezza di aver assistito ad una farsa ben lontana da quella che dovrebbe essere una disamina pubblica di un progetto che coinvolge centinaia di milioni finanziati dalle risorse del nostro territorio per di più in un luogo urbanisticamente sbagliato». Una posizione che preannuncia la presentazione di un esposto a procura e Corte dei conti: «Il tavolo è pronto, non staremo fermi. Aspettiamo di vedere cosa verrà licenziato dalla giunta e dal consiglio e poi prenderemo le nostre decisioni».

Su tutto, poi, pende il pronunciamento definitivo della Soprintendenza del ministero dei Beni culturali sul vincolo apposto sull’Ippodromo di Tor di Valle. Un pronunciamento che potrebbe cambiare l’esito di tutta la partita.

(La Repubblica – M. Favale)



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