Virginia Raggi

Per il nuovo stadio della Roma si combatte una battaglia su due fronti, quello legale e quello economico. Cominciamo dalla Procura che, secondo quanto disposto dal gip Costantino De Robbio non archiviando l’accusa di abuso d’ufficio per la sindaca Raggi, ha tempo fino al 17 giugno per svolgere ulteriori indagini.

Detto che i pm ascolteranno presto alcuni consiglieri municipali come Mancuso e Barros (ex M5s), ci sono altri due esposti che la Procura sta esaminando. Il primo riguarda la compra-vendita dei terreni di Tor di Valle da parte del gruppo Parnasi, per il sospetto di una bancarotta fraudolenta.

Il secondo invece concerne il principio che un imprenditore privato non possa presentare una richiesta di variazione del piano regolatore. Ma c’è anche “la battaglia del grano” a cui far fronte. Il testo della Convenzione Urbanistica inviato dalla Roma al Comune deve essere limato in alcuni punti.

Ad esempio, il club non vorrebbe pagare in un’unica soluzione i 45 milioni del contributo costruzione per timore che vengano impiegati per spese non attinenti allo stadio; meglio allocarlo in un fondo intangibile. Non solo. Anche i ritardi nell’appalto peri lavori e l’acquisto dei treni per la Roma-Lido preoccupa. Insomma, anche se la fiducia non viene meno, la preoccupazione per le perdite di tempo è tanta.

(Gazzetta dello Sport)



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