Il fuoco amico contro Paolo Berdini prosegue. E questa volta sembra arrivare da un gradino superiore rispetto al Campidoglio, ovvero dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle. Un’altra fuga di notizie, la seconda in due giorni, pone ancora una volta “in bilico” l’assessore rosso, l’urbanista idealista che mette i bastoni fra le ruote al progetto dello stadio dell’AS Roma e lavora per rivoluzionare il piano regolatore generale della Capitale. Dopo l’alterco con Daniele Frongia di lunedì sera e le voci che martedì mattina lo volevano addirittura sull’orlo delle dimissioni, nuove indiscrezioni di non meglio precisate “fonti”ieri davano l’assessore comunista prestato ai grillini pronto ad essere defenestrato dalla Giunta guidata da Virginia Raggi, e addirittura sostituito da un suo “collega” legato a Italia Nostra, Emanuele Montini. Questa volta, però, pare che la gola profonda sia da individuare negli ambienti che ruotano intorno a Paola Taverna e Roberta Lombardi, le due parlamentari che non hanno mai smesso di interessarsi delle vicende di Palazzo Senatorio.

LO STADIO SI DEVE FARE – La questione è sempre la stessa: lo stadio della Roma. Alcune settimane fa, durante una riunione tecnica, il vicesindaco e assessore allo Sport, Daniele Frongia, si sarebbe lasciato sfuggire che «tanto Beppe Grillo ha deciso che lo stadio si deve fare, e dunque si farà». L’affermazione è vera, e quantomai resa ancora più attuale dalle conseguenze del voto referendario di domenica scorsa. Se si dovesse andare al voto entro la metà del 2017, infatti, il M5S vorrebbe portare come risultato elettorale nella Capitale il «tutto pronto» per la prima pietra del nuovo impianto della società giallorossa, tema fortemente sentito in città, che tra l’altro rappresenterebbe anche il primo «Sì» dell’amministrazione pentastellata, accusata di opporsi a tutto, come accaduto con la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. L’unico vero ostacolo a questo progetto si chiama, appunto, Paolo Berdini. Che non è un “grillino”, non è allineato al M5S e, soprattutto, porta avanti con piglio d’altri tempi ideali urbanistici che sembrano non essere più la priorità per il Movimento.

NON CI SONO ALTERNATIVE – Parliamo di «avvertimenti» perché, in realtà, Berdini adesso non può saltare. E non deve saltare. La stessa “fuga di notizie” ieri dava per possibile sostituto dell’attuale assessore un altro urbanista, Emanuele Montini, già esponente di Italia Nostra – associazione a cui i pentastellati fanno forte riferimento – nome suggerito, pare, da alcuni consiglieri che lo hanno visto partecipare a degli incontri iniziali proprio sull’impianto giallorosso. Pare, però, che non vi siano grosse alternative a Berdini e che l’eventuale scorporo delle deleghe (lavori pubblici e urbanistica) oltre a creare problemi di affollamento in Giunta metterebbe nelle condizioni di dover eseguire un rimpasto per le quote rosa.

MANO TESA DELL’ACER – Alle nuove indiscrezioni, sono seguite le solite reazioni politiche. Smentite quasi banali da parte del gruppo consigliere M5S, a cominciare dal capogruppo Paolo Ferrara, che pronuncia il suo solito «non mi risulta, stiamo lavorando». Francesco Storace, invece, invita Virginia Raggi a «licenziare Berdini per fare lo stadio della Roma». In questo clima che ricorda lo «stai sereno» renziano, irrompe Edoardo Bianchi, presidente del costruttori romani, che a sorpresa afferma: «A noi serve un interlocutore stabile e competente e Paolo Berdini lo è. Non è l’ultimo arrivato, conosce e ha praticato questa materia».Un buon punto per l’urbanista rosso.

(Il Tempo – V. Bisbiglia)



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