Lo chiama «disastro», chiede che «venga fermato subito», si appella a Beppe Grillo: «Ne va della natura politica del MoVimento, con il sì si snatura». Ferdinando Imposimato, presidente onorario aggiunto della Cassazione, è stato l’uomo che il M5S candidò nel 2015 al Quirinale. Un padre nobile che sullo stadio di Tor di Valle si è speso in prima persona. «Sì ho dato il mio parere personale perché mi è stato richiesto da un gruppo di grillini coraggiosi, i consiglieri regionali Porrello e Perilli».
Presidente Imposimato, come si deve muovere la sindaca Raggi su Tor di Valle?
«L’ho già detto: la delibera approvata dalla giunta Marino contiene profili di incostituzionalità. E la sindaca deve annullare la dichiarazione di pubblico interesse perché in contrasto con il piano regolatore. Lo ha detto anche il Governatore: serve una variante. Non solo».
Cioè?
«È in contrasto, come si evince da altri pareri, con la sovrintendenza ai Beni culturali. Poi c’è un problema legato all’ambiente: l’Autorità di bacino ha parlato di pericoli idrogeologici a causa del rischio inondazione del fosso del Vallerano. Poi ci sono aspetti inquietanti legati ai finanziamenti di questa opera».
Lei contesta inoltre la legge sugli stadi a cui fa riferimento il progetto: perché?
«La legge dice che devono essere presi in considerazione gli impianti esistenti, come l’Olimpico e il Flaminio».
Perché parla di aspetti inquietanti legati ai finanziatori?
«Se si scava bene non si sa chi siano».
Ne ha parlato con Grillo?
«No».
Questo significa il M5S non la segue più?
«Ho dato il mio parere perché me lo hanno chiesto. Io non sono un ambientalista ma questo è un disastro. Poi non ho capito una cosa?».
Quale?
«Perché si costruiscono dei grattacieli se non c’è una domanda di servizi? È un’operazione senza capo né coda».
(Il Messaggero – S. Canettieri)
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