Più che una retromarcia sembra una frenata tattica. Sul progetto del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle interviene nuovamente il futuro assessore all’Urbanistica Paolo Berdini. Per dire che le parole utilizzate l’altro ieri («Userò ogni mezzo consentito per impedire questo scempio e per tutelare gli interessi della città», aveva detto durante un intervento su Radio Radicale) sarebbero state «travisate». Lo fa dopo una sollecitazione da parte dell’entourage del sindaco Virginia Raggi che ha provato così a contenere quella che viene definita «una verve comunicativa troppo esplicita» del futuro assessore a 5 Stelle.
E così Berdini si è trovato costretto a rettificare: «Scempio è pensare di poter edificare su Roma senza alcuna logica urbanistica, dopo che la Capitale è stata martoriata dalla mala politica negli ultimi vent’anni. Non c’è nessun pregiudizio nei confronti dello stadio della Roma, ma sarà mio dovere, nel rispetto della città e dei romani, approfondire ogni singolo aspetto del progetto insieme al sindaco». Prima, erano stati gli stessi 5 Stelle a far filtrare la linea: «Lo stadio della Roma può essere invece una grande opportunità di crescita per la città, a patto che rispetti i principi di legge di fronte ai quali il M5S non transige». Secondo l’entourage della Raggi, «il piano della progettistica va affiancato alla considerazione del prestigio europeo e internazionale che un impianto sportivo per la Roma, ma anche per la Lazio, può conferire alla città. In ogni caso è prematuro esprimere ora una valutazione, avremo tutto il tempo per studiare da vicino il progetto».
Lo Stadio di Tor di Valle, dunque, non rappresenta per il nuovo sindaco una priorità. La frenata sulle dichiarazioni di Berdini, insomma, appare più che altro tattica. Quello che emerge al momento è che, come già confermato una decina di giorni fa dall’assessore all’Urbanistica della Regione Lazio, Michele Civita, per realizzare il progetto disegnato da architetti del calibro di Daniel Libeskind, Dan Meis e Andreas Kipar sarà necessaria una variante al piano regolatore da approvare in Consiglio comunale. Ma era stata proprio la Raggi, in campagna elettorale, a precisare che «lo stadio si può fare se rispetta la legge e il Piano regolatore». Bisognerà aspettare ancora, dunque, per capire se e come il progetto farà passi in avanti. La Regione attende che dal Campidoglio l’atto formale attraverso il quale aprire la conferenza dei servizi e dare il via all’iter. Su tutto pende l’avvertimento del dg della Roma Mauro Baldissoni di due settimane fa: «Se il futuro sindaco vorrà assumersi la responsabilità di opporsi al progetto dovrà assumersi anche i costi, visto che è stato autorizzato e molti investimenti sono stati già fatti».
(La Repubblica – M. Favale)
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA