Un errore di calcolo sul valore delle cubature, che avrebbe potuto avvantaggiare i privati di 20 milioni di euro. I giudici contabili mettono nel mirino il progetto dello stadio a Tor di Valle, indagando su un possibile danno erariale per il Comune. E così, mentre la procura ha mandato in archivio l’ipotesi di un abuso d’ufficio compiuto da Virginia Raggi per il mancato esame del progetto da parte della Conferenza dei servizi, ieri la Finanza si è presentata in Campidoglio per acquisire tutti gli atti.
La delega arriva dalla Corte dei Conti che ha espressamente chiesto al Nucleo di polizia economico finanziaria di acquisire negli uffici capitolini, tra l’altro, la relazione conclusiva della Due diligence interna che contiene i computi metrici e prezzari del progetto.
Il verbale della Conferenza dei servizi, che ha dato l’avvio al progetto al bando, ma anche la risposta dell’avvocatura capitolina alla richiesta di parere fatta dall’ex assessore Paolo Berdini prima delle sue dimissioni. Un documento mai diffuso. Il nodo riguardava l’interesse pubblico dell’opera e la possibilità, da parte dello stesso assessore all’Urbanistica di ritirarlo. All’esame della Guardia di Finanza, adesso, ci sono anche la lettera inviata il 12 dicembre 2014 dagli avvocati Alessandro Pallottino e Valentina Canale ai capigruppo e tutte le osservazioni di variante al progetto, infine, il verbale dell’Assemblea capitolina del 22 dicembre 2014. L’esito della due diligence, partita due anni fa dopo gli arresti per corruzione del costruttore Luca Parnasi e dei suoi presunti sodali (attualmente sotto processo) era stata mandata alla sindaca Raggi. Ad accorgersi degli errori erano stati i dirigenti del Dipartimento Urbanistica, che subito dopo gli arresti dell’estate 2018 avevano ripreso in mano tutti i fascicoli relativi al progetto stadio.
Il tema è la “superficie utile lorda” per costruire principalmente uffici, alberghi e negozi. Il vero core business dell’affare, 212mila metri quadri in più rispetto ai limiti del Piano regolatore. Secondo la due diligence una fetta importante delle nuove costruzioni ricadrebbe su terreni espropriati dal Comune (circa 39mila metri quadri) e non su aree dei proponenti. Terreni espropriati e ceduti ai privati che, se il progetto stadio fosse stato realizzato, avrebbe visto crescere il loro valore: 20 milioni di differenza che l’amministrazione non avrebbe incassato. Tanto che a ottobre il Comune ha chiesto ai proponenti di aumentare gli investimenti per le opere pubbliche.
(Il Messaggero)
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