Stadio della Roma

(Il Tempo – F. Magliaro) Mille e 350 giorni, 44 mesi: tanti ne sono passati dal 26 marzo 2014. Quel giorno l’allora sindaco, Ignazio Marino, presentò, insieme al presidente giallorosso, James Pallotta, il progetto dello Stadio della Roma di Tor di Valle. Tre anni, 8 mesi e 15 giorni dopo quel giorno, salvo sorprese dell’ultimo momento, il progetto definitivo sarà approvato oggi pomeriggio per la gioia di Pallotta e di tutti i tifosi giallorossi che hanno seguito col fiato sospeso il lungo iter. E da ora in poi indietro non si potrà più andare. Inizia oggi il nuovo percorso: una parte amministrativo e burocratico, una parte tecnico.

C’è da scrivere il testo della Convezione Urbanistica, il contratto che regola i rapporti fra pubblico e privato e che conterrà l’esatta calendarizzazione delle costruzioni. Oggi si capirà se il testo sarà scritto in Conferenza dei Servizi oppure se verranno solo fissati i vari paletti e il contratto vero e proprio sarà redatto dall’Assessorato all’Urbanistica comunale. Quale che sia la soluzione, il testo dovrà in ogni modo essere ratificato dal voto del Consiglio comunale. Inizia anche il percorso per completare la variante urbanistica: la Conferenza dei Servizi dovrà predisporre un verbale finale in cui saranno riportate tutte le prescrizioni e condizioni che dovranno essere recepite nei progetti esecutivi.

Una volta scritto il verbale, questo sarà adottato dalla Giunta regionale. A quel punto, tutti questi documenti verranno trasmessi in Campidoglio, al sindaco, Virginia Raggi, che, per legge, dovrà presentarla all’adozione dell’Assemblea capitolina, nella «prima seduta utile». E qui si gioca tutto sui tempi: se l’Aula Giulio Cesare inizierà l’esame del bilancio di previsione, la variante urbanistica dovrà attendere in coda. Quindi, visto che si prevede che il bilancio entri in discussione verso metà mese, i tempi sono davvero stretti. In caso di attesa, comunque, si tratterebbe di aspettare una data subito dopo Capodanno. Compiuti i due passaggi del voto dell’Aula consiliare sulla variante e sulla convenzione urbanistica, i proponenti avranno in mano i titoli per proseguire nella stesura dei progetti esecutivi di tutte le opere pubbliche che dovranno andare a gara europea. Una procedura che passa per la validazione dei progetti, poi la pubblicazione dei bandi che può richiedere, a seconda della procedura, da un minimo di 20 a un massimo di 77 giorni per la conclusione dell’iter.

Al netto di potenziali ricorsi, il tutto richiederà – variante, convenzione urbanistica e bandi di gara – non meno di 4 mesi per essere completato. Quattro mesi cui vanno sommati i tempi di redazione dei progetti esecutivi delle opere, normalmente dai 3 mesi in su. In totale, quindi, difficilmente l’avvio reale dei cantieri – escludendo la bonifica dell’area da amianto e ordigni bellici, più l’abbattimento dei manufatti esistenti – potrà avvenire prima di 7 mesi. Si chiarisce anche, stavolta per bocca del ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, la questione del Ponte di Traiano: «Abbiamo messo 23 miliardi nel contratto di programma con l’Anas, che dal 1 gennaio 2018 vedrà anche l’integrazione con Ferrovie. Non vedo difficoltà a trovare i fondi e non c’è alcun definanziamento del Ponte dei Congressi». Infine, da registrare la presa di posizione contro il progetto di Vezio De Lucia, il maestro di Paolo Berdini. Questa volta al centro della polemica, il Ponte, definito erroneamente a «servizio di un insediamento privato» e il disappunto per la caduta dei vincoli sui ruderi dell’ippodromo «costruito per le olimpiadi del 1960». Peccato che nell’impianto non si è mai corso nulla di quell’edizione dei Giochi olimpici.



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