A trattare con la Roma la questione stadio, a prescindere da dimissioni e riserve, non sarà l’assessore Berdini. Di certo però per formalizzare un’intesa con il Campidoglio servirà più tempo: forse ci si incontrerà domani, al massimo lunedì. Quando il dg romanista Baldissoni e il costruttore Parnasi troveranno un tecnico del Campidoglio ma soprattutto l’avvocato Luca Lanzalone, l’uomo a cui i Cinquestelle hanno affidato adesso la partita.

Più di una mano tesa ai proponenti, visti i rapporti conflittuali tra la Roma e l’assessore all’Urbanistica: «Dobbiamo vederci per discutere ancora e trovare una soluzione ragionevole, che sia accettabile per tutti», è l’idea di Lanzalone. E già che si parli di «trovare una soluzione» è la conferma di una schiarita. Si discuterà proprio per mettere nero su bianco il punto d’incontro tecnico, limando qualcosa ancora sulla cubatura oltre il 20% di tagli già proposto dalla Roma, rinunciando a qualcosa in termini di opere fino a trovare il breakeven tra costi e ricavi previsti.

La vera partita ufficiale a questo punto si giocherà la prossima settimana, quando sarà convocato il tavolo politico: che porterà alla luce del sole in che modo la politica romana ha intenzione di arrivare alla realizzazione dell’impianto. Sul no incombeva la causa che la Roma e Parnasi erano pronti a presentare al Campidoglio con richiesta di risarcimento danni per 400 milioni di euro, forti del parere dell’assemblea sulla pubblica utilità votata con Marino. «La posizione comune è quella di lavorare, noi abbiamo chiesto la sospensione della conferenza dei servizi e avviato un confronto con la società», l’unica concessione della sindaca Raggi.

Anche per questo la vicenda Berdini è stata seguita con un certo interesse a Trigoria, dove l’assessore all’Urbanistica è da tempo diventato una sorta di “nemico pubblico numero uno”. E visto che la vicenda appassiona pure i tifosi romanisti, la bufera non poteva che incendiare la pancia grassa delle solite radio romane. Che hanno esultato apprendendo delle dimissioni dell’assessore, salvo masticare amaro dopo lo stop. «Respinte con riserva… indiana?», scherzava qualche ascoltatore intervenendo. In fondo tanti tifosi che sulla vicenda erano rimasti tiepidi, sono diventati ultrà dello stadio grazie all’endorsement di Totti e Spalletti al progetto. Ma la Roma incassa pure quello meno scontato del ministro Lotti, che con i giallorossi sta discutendo il tema delle barriere dell’Olimpico: «È evidente – ha detto – che un investimento di questo tipo porta delle possibilità, delle prospettive per il territorio in cui avviene questo investimento. Ciò vale per altri settori, a maggior ragione nel calcio e nello sport. Non posso che essere favorevole a proposte di questo tipo». Proposta che entrerà a breve nella settimana chiave: la Roma teme ancora che la situazione precipiti. Intanto ha trovato una mano tesa. E forse un nemico in meno.

(La Repubblica – M. Pinci)



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