Stadio della Roma

(Il Tempo – F. Magliaro) Da oggi inizia l’iter che porterà all’approvazione della variante e della convenzione urbanistica per il progetto della Roma di costruire il suo Stadio a Tor di Valle. Da quanto trapela, infatti, nella giornata odierna, è prevista una duplice riunione all’Assessorato all’Urbanistica: la prima,fra i tecnici del Dipartimento, e la seconda aperta anche ai consiglieri pentastellati. Sul tavolo svariati problemi: il primo è legato alla variante urbanistica. Intanto sarà necessario recepire la prescrizione inserita dalla Regione Lazio di ripristinare il Ponte di Traiano. Solo che il Campidoglio dovrà assicurarsi in modo inequivocabile la copertura finanziaria dell’opera da parte dello Stato: il rischio, reinserendo il Ponte senza garanzie sui soldi, è che, approvata la variante, la Roma possa pretendere (con successo) in Tribunale che il Comune adempia alla costruzione del Ponte.

Va ricordato, infatti, che il Ponte inizialmente sarebbe stato pagato dai privati in cambio di cubature e che la necessità politica della Raggi di ottenere, se non la cancellazione del progetto come annunciato in campagna elettorale, almeno la sua riduzione, aveva portato alla cancellazione del Ponte dal novero delle opere pubbliche. Reintrodurlo, quindi, senza garanzie formali del Governo, esporrebbe la Raggi a doverlo mettere a bilancio comunale. Il secondo passaggio da affrontare è quello dell’iter. Dalle carte ufficiali, sembrava assunta la decisione di pubblicare direttamente l’intero dossier a fini urbanistici per poi andare in Consiglio comunale solo per l’approvazione delle controdeduzioni alle osservazioni eventualmente presentate da cittadini e associazioni. Un iter che in Assessorato non convince, mentre avrebbe il placet dei consiglieri grillini che vogliono giocarsi lo Stadio in campagna elettorale.

Il problema procedurale è serio e potrebbe mettere a rischio la tenuta dell’intero iter di fronte a un possibile ricorso al Tar. Per questo, dall’Urbanistica vorrebbero prima un voto di adozione in Consiglio, poi la pubblicazione e quindi ancora in Consiglio per le controdeduzioni. Si perderebbero un paio di settimane (rischiando alla fine di scavallare le elezioni) ma l’iter sarebbe più blindato. Ultimo passaggio: da oggi iniziano anche i colloqui con i proponenti per la redazione della Convenzione urbanistica (il contratto che regolerà tutti i rapporti col Comune). L’obiettivo (fin troppo ambizioso) è di chiudere per il 15 gennaio. Anche ammesso che ci si riesca (e sarebbe un’impresa) sarà una convenzione “sospesa”: per entrare in vigore dovrà comunque attendere il completamento dell’iter della variante, almeno altri 3 mesi.



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