NOTIZIE AS ROMA STADIO – Le intercettazioni dell’inchiesta su Tor di Valle lasciano poco margine di interpretazione. Lo stadio? «Sarà uno schifo», diceva al telefono il tecnico di Palazzo Chigi responsabile del progetto. «Senza il ponte sarà il caos, ma tienilo per te», ammettevano in confidenza gli uomini di Luca Parnasi, il costruttore finito ai domiciliari e indagato per corruzione. Considerazioni rigorosamente top-secret, per i privati che sognavano il grande affare dell’«Ecomostro», e che ovviamente non venivano annotate nei documenti ufficiali spediti di volta in volta in Campidoglio e ai tecnici della Regione Lazio, dove si è svolta la conferenza dei servizi sull’operazione immobiliare.
Ora che lo scandalo è deflagrato con la maxi-retata di metà giugno, il Campidoglio ha deciso di vederci chiaro. Prima la sindaca Raggi ha fatto partire una due diligence, insomma un’ispezione interna affidata ai tecnici, e in queste ore è pronta ad assegnare al Politecnico di Torino un nuovo studio sui flussi di traffico che, a leggere le carte dell’inchiesta, sembrerebbero falsati.
LE INTERCETTAZIONI – «Questo tienilo per te», raccomandava il braccio destro di Parnasi, Luca Caporilli, intercettato, a chi gli faceva notare che «levando il ponte sul Tevere si crea il caos sulla via del Mare». E lo stesso sarebbe accaduto «sulla Roma Fiumicino, ingresso Roma ovviamente… perché prima parte di questo si caricava sulla via Ostiense-via del Mare, adesso non c’è più la connessione sul Tevere», ragionavano gli uomini del costruttore indagato. «Si deve fare per forza, verrà uno schifo ma si fa», diceva invece a proposito di Tor di Valle, un dirigente di Palazzo Chigi nel settembre 2017, poche settimane prima che la conferenza dei servizi desse il via libera al progetto, col parere positivo del governo.
Del resto anche i tecnici della Mobilità, durante la conferenza, avevano manifestato diversi dubbi sulla tenuta della viabilità in questo pezzo di Roma Sud: il Ponte dei Congressi, da solo e lontano diversi chilometri dallo stadio, rischia di non bastare. L’altro ponte, quello di Traiano, che nella prima versione del progetto avrebbe dovuto essere a carico dei privati, è rimasto senza finanziamento dopo la sforbiciata parziale alle cubature record per negozi, alberghi e ristoranti.
Ora toccherà agli esperti del Politecnico di Torino mettere a confronto le ammissioni al telefono dei privati, dove si parla del rischio «caos», e le carte consegnate in pubblico dove di quei pericoli non veniva dato conto. Una valutazione «terza», voluta da Raggi e da diversi consiglieri grillini, che ormai sul progetto Tor di Valle ci vanno coi piedi di piombo.
(Il Messaggero – L. De Cicco)
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