Un pool di esperti comunali vigilerà sulle opere pubbliche collegate al nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. Dopo avere stretto la mano ai privati, la notte di venerdì al termine di un vertice fiume a Palazzo Senatorio, la giunta di Virginia Raggi è pronta a inserire una clausola ad hoc nella convenzione urbanistica che verrà stipulata con i proponenti. I tecnici dell’Urbanistica comunale vigileranno sulle infrastrutture previste dal nuovo progetto ma anche sull’effettiva riduzione delle cubature per gli edifici commerciali, per evitare che ci siano cambiamenti in corso d’opera. Mentre il M5S prova a ricompattarsi e a far rientrare la fronda dei consiglieri dissidenti (in quattro venerdì scorso non hanno votato a favore dell’accordo), la sindaca oggi avvierà l’iter per elaborare la nuova delibera che modificherà il provvedimento varato dall’ex sindaco Ignazio Marino nel 2014. Proprio l’ex primo cittadino ieri è tornato a farsi sentire per parlare di Tor di Valle. Secondo Marino, che – va ricordato – insieme all’ex assessore Giovanni Caudo aveva concesso ai privati il doppio delle cubature, «la Raggi ha cancellato tutte le opere di interesse pubblico, come il parco grande come Villa Borghese, facendo un grande favore al costruttore». L’ex sindaco, ospite di Giovanni Minoli su La7, ha parlato di una «romanella», sostenendo che dopo l’accordo sarebbero stati eliminati dal progetto «il ponte pedonale, il ponte sul fiume che collega l’autostrada Roma-Fiumicino con la via del Mare; viene cancellato completamente il rifacimento di tutta la via del Mare fino al Raccordo e il prolungamento della metro B». Ribatte il M5S, con il capogruppo Paolo Ferrara: «Marino cita cifre a caso, preferiva tre grattacieli e centinaia di migliaia di metri cubi di cemento». In realtà l’unica opera pubblica a saltare definitivamente è la metropolitana, anche perché l’Agenzia della mobilità comunale aveva stroncato l’ipotesi di una biforcazione della linea fino a Tor di Valle.
LE INFRASTRUTTURE Le altre opere, invece, restano, anche se rimodulate e con tempi ancora tutti da decifrare (il «cronoprogramma» dei lavori deve ancora essere definito, alcune infrastrutture potrebbero essere realizzate anche dopo lo stadio). L’investimento complessivo dei privati cala da 1,7 miliardi a 900-990 milioni di euro. I fondi per le opere pubbliche, come raccontato ieri dal Messaggero, dopo l’accordo che ha sancito il dimezzamento delle cubature, sono stati ridotti di 130 milioni rispetto ai 400 iniziali. La sforbiciata si abbatte in gran parte sulla ferrovia Roma-Lido: avrebbero dovuto essere acquistati 15 nuovi treni, ma alla fine ne verranno comprati solo 2. Resta invece l’allargamento dello scalo ferroviario, anche perché il progetto iniziale era stato bocciato dal dipartimento Urbanistica del Comune. Saltano anche i 4 pontili sul Tevere, ma non la restaurazione delle banchine. Verrà modificato l’intervento sulla via Ostiense-Via del Mare (è allo studio una revisione delle carreggiate per evitare che il traffico vada in tilt), così come lo svincolo sulla Roma-Fiumicino. Il ponte ciclo-pedonale sul Tevere verrà realizzato, mentre è in forse il ponte carrabile (è considerato alternativo al ponte dei Congressi, ma dovrebbe restare in ogni caso il contributo di 70 milioni a carico dei privati). Il rischio è che, con questi cambiamenti, il progetto finisca per penalizzare sia il trasporto pubblico sia quello privato, costringendo i tifosi della Roma a viaggi lunghi e faticosi verso l’impianto sportivo, nei giorni delle partite.
LE CUBATURE Dopo il taglio delle cubature (-48% rispetto al progetto originario, -59% per quanto riguarda il Business park), i privati potranno edificare 598mila metri cubi, in gran parte per negozi e uffici. Ma ieri la sindaca Raggi ha fatto sapere che «una parte degli edifici coinvolti nel progetto saranno destinati ad attività socio-culturali da definire insieme ai residenti per favorire la partecipazione della cittadinanza». Una parte delle 18 palazzine alte 6-7 piani che nasceranno accanto all’impianto sportivo, quindi, ospiterà asili, scuole, ambulatori, distaccamenti degli uffici comunali. Per la sindaca, «abbiamo rivoluzionato il progetto e lo abbiamo trasformato in un’opportunità per Roma. Abbiamo sempre detto di essere favorevoli alla realizzazione dello stadio ma nel rispetto della legge e per il bene della città».
(Il Messaggero – L. De Cicco)
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA