Il sindaco di Roma continua a riproporre la stessa frase che in campagna elettorale era servita a giustificare il “ni” del Movimento 5 Stelle sul progetto dell’impianto a Tor di Valle: “Sì allo stadio, nei limiti di legge del piano regolatore”. Questa volta, però, la frase del primo cittadino della Capitale è stata sferrata appena 24 ore dopo l’ultima riunione della Conferenza di servizi e a soli quindici giorni dalla conclusione dei lavori, cosa che non è piaciuta a molti.
Restare nei confini del prg significherebbe autorizzare lo stadio – per il quale comunque sarebbe necessario approvare una variante -. La posizione di Berdini è la stessa: anzi, si pensava che la Raggi si fosse convinta a firmare la variante al piano regolatore anche scavalcando il suo assessore. Evidentemente, però, l’ascendente di Berdini sull’elettorato grillino più movimentista, è un aspetto che la sindaca non può ignorare, soprattutto perché si trova di nuovo tra due fuochi: l’esigenza di non buttare a mare anche questo progetto per la città e l’impossibilità di ignorare il sentimento della base.
La frase è stata minimizzata dal Campidoglio dopo le telefonate preoccupate di Roma e Parnasi. Ora sarà il tavolo che dovrà studiare, molto velocemente, come e dove intervenire per ridurre quel 20% di cubature, se davvero tagliando il parco fluviale e dirottando i soldi sul potenziamento della Roma–Lido. Tutto dipende da quanto veloce sarà la durata dell’intervento. «Il tempo stringe – ha ricordato il governatore Zingaretti –, le chiacchiere non bastano più, servono gli atti».
Gli atti devono arrivare e devono farlo entro due settimane, prima dell’ultima seduta della Conferenza di servizi, fissata al 31 gennaio, quando, solo in presenza degli atti richiesti al Comune, la Regione potrà sospendere i lavori e aspettare che l’Assemblea capitolina si esprima. La variante è fondamentale. Farne a meno sarebbe impossibile, riferisce la Gazzetta dello Sport: la legge sugli stadi non prevede deroghe urbanistiche. Perciò, senza testo della variante, la Conferenza si chiuderà con un nulla di fatto. E, a quel punto, i proponenti potranno chiedere al Governo la nomina di un commissario ad acta.
(Gazzetta dello Sport)
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