Stadio della Roma

A una manciata di ore dalla scadenza fissata dalla Regione, la giunta di Virginia Raggi ha approvato la delibera che cambia il progetto Tor di Valle. Il provvedimento varato ieri dal Campidoglio conferma il dimezzamento delle cubature per l’«Ecomostro» di negozi e uffici che nascerebbe accanto allo stadio, ma cancella diverse infrastrutture previste nel progetto originario e la cui sopravvivenza, dopo l’accordo Comune-proponenti dello scorso 24 febbraio, finora era rimasta confinata nei retroscena.

I TAGLI – Dal progetto-bis di Tor di Valle, rivisto e corretto dalla giunta pentastellata, spariscono il ponte carrabile a carico dei privati (circa 70 milioni di euro) e i lavori per la nuova stazione della Roma-Lido (altri 10 milioni). Nonostante la stessa Raggi, il 28 febbraio, pochi giorni dopo l’accordo, sul suo profilo Facebook includesse tra le infrastrutture confermate «un ponte sul Tevere» che, sosteneva la sindaca, «snellirà il flusso di automobili attuale e supporterà quello previsto in occasione delle partite e degli eventi». Ma di quel collegamento, nella delibera varata ieri, non ci sarebbe traccia. Così come non sembrano esserci certezze sul numero dei nuovi treni per la ferrovia che collega la Capitale a Ostia (erano 15 nel progetto iniziale, ora sarebbero 2). Di sicuro c’è che la giunta M5S ha rispettato la dead-line della Pisana e ha approvato al fotofinish la delibera per confermare l’«interesse pubblico» alla realizzazione del nuovo stadio della Roma. A cinque giorni dalla scadenza della conferenza dei servizi, l’amministrazione grillina ha dato mandato al Dipartimento Urbanistica di procedere alla revisione del provvedimento varato nel 2014 dalla giunta Marino. La nuova delibera, spiegano da Palazzo Senatorio, imporrà ai privati il raggiungimento dei «seguenti obiettivi di pubblico interesse»: il dimezzamento delle cubature per il cosiddetto Business park, «attraverso l’eliminazione delle previste torri»; i lavori di messa in sicurezza dell’area per evitare il rischio idrogeologico; l’unificazione della Via Ostiense Via del Mare nel tratto tra il Raccordo e viale Marconi; il potenziamento della ferrovia Roma-Lido, «prevedendo in particolare un servizio minimo di 20mila passeggeri l’ora sull’intera tratta, a cui vanno garantiti ulteriori 7.500 passeggeri l’ora sulla FL1 durante gli eventi sportivi». Ma sembra mancare un riferimento preciso al numero dei nuovi treni della Roma-Lido che i proponenti dovrebbero acquistare. Inizialmente ne erano previsti 15, dopo l’accordo si è invece parlato di appena due nuovi convogli. Con un risparmio per i privati di oltre 115 milioni di euro. Ma su questo fronte la trattativa è ancora in corso.

L’IPOTESI DI UN RINVIO – Lo sconto più corposo riguarda il ponte sul Tevere, quello che la Raggi su Facebook inseriva tra le «infrastrutture opportune». La delibera conferma solo quello per ciclisti e pedoni, menzionando poi «il previsto Ponte dei Congressi già finanziato dallo Stato». Stando a quanto comunicato dal Campidoglio, sparirebbe quindi il nuovo ponte carrabile, che avrebbero dovuto pagare i privati. E non verrebbe menzionato neanche l’allargamento della stazione di Tor di Valle. Già dopo l’accordo erano stati cancellati i 4 pontili sul Tevere, un intervento da circa 10 milioni. A questo punto i risparmi per i privati si aggirerebbero intorno ai 200 milioni. «Questo è il documento che presenteremo in conferenza dei servizi, il 5 aprile», ha detto ieri l’assessore allo Sport, Daniele Frongia. Anche se ormai sembra sempre più probabile l’apertura di una nuova conferenza, con tempi contingentati. I privati però potrebbero chiedere una proroga, proprio grazie alla delibera di giunta votata ieri (in attesa del voto del Consiglio comunale). La Regione, per capire come muoversi, ha già allertato la sua Avvocatura.

(Il Messaggero – L. De Cicco)



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