Stadio della Roma

NOTIZIE STADIO AS ROMA – La bocciatura dei servizi erogati dal Campidoglio, a dicembre del 2017, rappresentò un piccolo/grande caso politico. Ma, adesso, la nuova iniziativa presa dall’Authority di controllo del Comune, presieduta da Carlo Sgandurra, rischia di produrre un nuovo terremoto. Politico, certamente. Ma anche amministrativo e (forse) giudiziario. Perché l’argomento è di quelli sensibili, da molti punti di vista: il progetto dello stadio della Roma (o meglio ancora di James Pallotta) a Tor di Valle.

Operazione calcistico-immobiliare sul cui iter pesa adesso l’inchiesta della Procura della Repubblica che, lo scorso 13 giugno, ha portato all’arresto del costruttore Luca Parnasi (ai domiciliari da luglio) e ai domiciliari anche per alcuni funzionari della società Eurnova e per l’ex presidente di Acea (factotum e uomo di fiducia M5S) Luca Lanzalone, oltre al coinvolgimento di esponenti del mondo politico (Adriano Palozzi e Davide Bordoni di FI, Paolo Ferrara di M5S).

LA DUE DILIGENCE – Raggi ha sempre detto che «il progetto andrà avanti, se non ci sono irregolarità» e più volte ha ribadito l’intenzione di avviare una due diligence interna su tutti gli atti che hanno portato all’approvazione della revisione del progetto (dalle tre torri alle palazzine più basse, con riduzione di cubature ma anche con la cancellazione di alcune opere pubbliche, su tutte il ponte di Traiano): indagine interna da affidare ad un ente terzo come il Politecnico di Torino.

Ma se l’ispezione giace ancora nei meandri del Campidoglio, per il momento a muoversi è stata motu proprio l’Authority di Sgandurra. Quasi un’entrata a gamba tesa, che rischia di creare non pochi grattacapi alla giunta grillina. Sui tavoli degli assessorati alla Mobilità (Linda Meleo) e Urbanistica (Luca Montuori), dei rispettivi capi di dipartimento e per conoscenza del presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito (a cui risponde l’Autority, che comunque è un organismo indipendente) sono arrivate due lettere con una serie di richieste di chiarimenti.

Partendo dalla vicenda trasporti, infatti, Sgandurra chiede «di conoscere i pareri e gli studi di viabilità» realizzati dal Campidoglio per la revisione del progetto, e quindi la cancellazione del ponte di Traiano, «viste le preoccupazioni diffuse circa la ricaduta sulla mobilità».

GLI SCENARI DEL TRAFFICO – L’Authority vuole inoltre sapere «se negli scenari sul traffico si sono presi in considerazione soltanto quelli sostenuti dagli studi dei privati, secondo cui il 50% degli spettatori arriveranno a Tor di Valle su mezzi propri e gli altri con mezzi pubblici». Terza e ultima domanda, se nell’elaborazione delle simulazioni «è stato coinvolto il corpo della Polizia Locale».

Quello che non c’è scritto nelle due lettere, è che l’Authority ha già fatto alcune verifiche sui documenti depositati in conferenza dei servizi. Ma questi studi pubblici, prendendo in esame anche «scenari più critici, in altre ore o in altri giorni da quelli considerati dai privati», non risulterebbero agli atti.

Conseguenze? L’Authority non ha potere sanzionatorio, ma in caso di risposte mancanti, evasive o insoddisfacenti, Sgandurra è pronto ad inviare un report/esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, visto che il presupposto di partenza dello stadio è la dichiarazione, votata in Comune, sull’interesse pubblico. Sarebbe un nuovo filone di indagine, su un iter che è già stato congelato a causa dell’inchiesta per la presunta corruzione.

(Il Messaggero – E. Menicucci)



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