NOTIZIE STADIO AS ROMA – Tra palco e realtà, come canta Ligabue, c’è una montagna di soldi. Soldi virtuali che il Campidoglio ancora non ha in cassa, con cui promette, però, di rivoluzionare la mobilità romana “tra 5/10 anni”. È l’ultimo appiglio che è stato offerto al Politecnico di Torino per provare a smussare la stroncatura netta al progetto Tor di Valle. E i prof piemontesi, nella conferenza stampa di martedì, hanno detto che proprio sulla base del Pums hanno sfornato un «sì condizionato» alla costruzione del nuovo stadio, con annesso mega centro di negozi, uffici e alberghi.

L’impatto sul quadrante Sud di Roma sarebbe “catastrofico”, a meno che non siano mantenuti tutti gli impegni promessi dal Comune in questo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Una lista di 20 «punti fermi» in larga parte solo abbozzati, senza scadenze precise e soprattutto, in molti casi, senza un euro di finanziamenti certi. A volte non è nemmeno stata presentata la domanda al Ministero dei Trasporti. In altri casi, come per «il prolungamento della metro B a Casal Monastero» (è citato nella relazione del Comune spedita al Politecnico), si tratta di interventi congelati dalla stessa amministrazione, per bocca dell’assessore Linda Meleo.

Insomma progetti accantonati, per non dire archiviati. Eppure ai prof sabaudi sono stati presentati come ancora in vigore, a tutti gli effetti. La Regione segue la pratica da vicino. La giunta di Zingaretti dovrà esprimersi solo al termine del tortuoso iter comunale, quando e se l’Assemblea capitolina avrà votato la variante urbanistica, sempre che non abbiano avuto la meglio i grillini malpancisti.

Massimiliano Valeriani, assessore regionale all’Urbanistica, fa capire che non sarà votata la delibera finale, che vale come permesso a costruire, se i privati non cambieranno il progetto per adeguarlo alle prescrizioni sfornate dalla Conferenza dei servizi, a dicembre 2017. Prescrizioni sul traffico e sui trasporti oggi malandati da riammodernare su larga scala.

L’assenza degli adeguamenti richiesti rischierebbe di creare ostacoli oggettivi e insormontabili per il via libera definitivo”, spiega Valeriani. Che dice di “condividere l’auspicio del Campidoglio di vedere presto completato l’iter autorizzativo, ma è fondamentale che la variante voluta dal Comune rispetti le prescrizioni scaturite dalla Conferenza dei servizi, con particolare attenzione agli interventi per la sicurezza e per la mobilità, sia pubblica che privata”.

(Il Messaggero – L. De Cicco)



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