(Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli) Informazione numero uno: Edin Dzeko finora ha saltato soltanto una partita, per squalifica. Giusto perché ieri persino Eusebio Di Francesco in conferenza non si ricordava le partite mancate dal bosniaco. Informazione numero due: quando non parte titolare il bosniaco, la Roma non segna. Informazione numero tre: anche Alisson ha saltato una sola partita stagionale e quella partita la Roma l’ha persa, in Coppa Italia. Sono questi i due veri imprescindibili a Trigoria, quelli che non mancano mai, quelli che prima la maglia a loro e poi si vedrà agli altri.
POCO RIPOSO La partita di stasera contro il Genoa non fa eccezione: in porta ci sarà il brasiliano, in attacco il bosniaco. In difesa, invece, toccherà a Fazio e Kolarov, altri due che quando si tratta di straordinari sono in prima fila: il difensore argentino ne ha giocate 37 su 43, si è riposato in Coppa Italia, in Champions dopo la panchina col Qarabag non è più uscito, in Serie A è mancato in quattro occasioni di cui una per infortunio e una per squalifica. Dunque, soltanto due per scelta tecnica. Percorso simile per Kolarov, a quota 40: in Champions ha fatto percorso nettissimo, con 900 minuti in 10 presenze, in Coppa Italia era assente, in campionato è rimasto in panchina per 180’. È l’unico della rosa a non aver mai avuto – davvero – un sostituto: Emerson non ha fatto in tempo a rientrare dalla lesione al crociato che è stato ceduto e il suo erede, Jonathan Silva, non si è mai visto neanche per 30 secondi.
DIFESA Sulla fascia sinistra, in estate, Monchi interverrà in maniera decisa, intanto Di Francesco incrocia le dita e spera che a Kolarov non venga neppure un raffreddore. È lui il punto fermo del reparto, così come la coppia Manolas-Fazio con Juan Jesus prima e unica alternativa. Il greco, però, non sta benissimo e allora oggi toccherà ancora all’argentino, ben felice di scendere ancora in campo anche perché si sta giocando del tutto la possibilità di andare al Mondiale in Russia (sembra cosa fatta ormai). A destra Florenzi è un altro punto fermo, anche se nelle ultime settimane Bruno Peres ha dato segnali abbastanza incoraggianti.
GRAZIE AMRA In attacco i segnali li ha dati eccome la signora Dzeko, Amra, ormai una sorta di idolo tra i tifosi per la sua opera di persuasione sul marito a gennaio, quando si trattava di scegliere tra Roma e Chelsea. Non che Edin fosse difficile da convincere, ma lei ci ha messo del suo e la Roma ringrazia: Dzeko è il titolare inamovibile dell’attacco, ha saltato solo una partita per squalifica, quando non è partito titolare poi è stato sempre costretto ad entrare per provare a risolvere le cose. E a Bologna, ultimo caso della serie, ha salvato tutti realizzando il gol del pareggio. Se per Kolarov Di Francesco incrocia le dita, per Dzeko il tecnico vorrebbe quasi creare una campana di vetro: gol a parte, quasi tutte le giocate offensive della Roma passano dai suoi piedi, dal suo talento e dalla sua personalità. La squadra oggi non può farne a meno, in futuro chissà. Certo, il suo ruolo nello spogliatoio – leggi rapporto con Schick, una specie di fratello minore – sta diventando sempre più determinante. E anche questo lo fa essere insostituibile. Un po’ come Daniele De Rossi, l’unico che in partenza, riavvolgendo il nastro alla scorsa estate, non avrebbe dovuto fare gli straordinari, sostenuto dal rincalzo di lusso Gonalons. Peccato che il francese sia stata forse la delusione più grande della stagione romanista. Stasera Di Francesco gli concede un’altra chance.
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