(Il Messaggero) Ha la voce timida e lo sguardo, spesso, da cane bastonato. Non alza mai la voce, mai una polemica, mai un atteggiamento fuori posto. Il classico ragazzo a posto che, a volte, si porta dietro – si dice – qualche problemino fisico (non a caso dopo il gol va ad abbracciare il suo “amico” fisioterapista Marco Ferrelli) e qualche defaillance caratteriale. Che alla lunga gli stoppa il talento, mostrato da quando vinceva le partite da solo con la Primavera del Genoa. Ecco perché ElSha ogni tanto finisce in panchina e perde la titolarità e in certe fasi della stagione lo vedi poco, quasi si eclissa. Nel silenzio. Ma alla fine, il suo lo fa sempre. Anche quest’anno è a quota 7 reti in campionato (non segnava dalla trasferta contro il Crotone, sono 44 invece i gol in A nelle 165 partite giocate), 9 in totale, compresa la doppietta con il Chelsea in Champions. Lo scorso anno, con Spalletti, andamento simile: ha chiuso la stagione sprintando e in doppia cifra (12 e 8 assist, l’anno precedente 11 e 3), trascinando la Roma al secondo posto con le firme decisive con Milan, Juventus e Chievo (doppietta).
OBIETTIVO CHAMPIONS – Di Francesco, dopo Ferrara, aveva ammesso come Stephan volesse mettersi in mostra per il Liverpool: la prestazione contro la Spal era stata positiva, ma non era arrivato il gol. Eusebio ad Anfield ha fatto altre scelte e non c’è stato spazio per il Faraone, preferendogli Under e poi Schick. Così come con il Barcellona nel turno
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA