Daniela Stradiotto, nuovo presidente dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive del Viminale, è tornata a parlare e l’ha fatto tramite le pagine de ‘La Stampa’. Questo uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Ha detto che è per il dialogo con gli ultrà: cosa significa?
«Che si può trovare un punto di incontro, dove il tifo sia l’uomo in più in campo e non l’occasione per episodi di violenza, droga».

Avete liberato le curve dell’Olimpico: causa barriere e rilevamento biometrico, denunciano gli ultrà.
«Ben venga un provvedimento di bonifica. Sono andata a vedere Lazio-Juventus: c’era un bellissimo clima. Ma chi se ne frega se non entra il bandito?».

Tutti gli ultrà sono banditi?
«No, per carità. Ma quando prendi l’antibiotico, un po’ vai giù. La verità è che c’è disonestà intellettuale».

Cioè?
«Al mare sentivo un discorso tra 6-7 ragazzi e ragazze: “Ma dobbiamo dare le impronte? Devo portare il pap test?”. E un altro: “L’unica morale? Vogliono uccidere l’ultrà romanista”».

Risposta?
«Io l’ultrà romanista lo voglio fare vivere: lo stadio silenzioso non mi emoziona. Manca qualcosa, allo spettacolo».

Quindi?
«Nessuno è schedato. Le cose cambiano solo per avviare le indagini, guardando le immagini: invece di 8 ore ci vorranno 8 minuti. E invece sento qualche avvocato che dice: “Quando entrate mettetevi occhiali e berretto calato sul naso”».

Se uno lo facesse?
«Sarebbe un vigliacco. Non un tifoso, e neppure un ultrà».



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