Nonostante la faccia e i comportamenti da duro, sabato pomeriggio Kevin Strootman proverà un’emozione particolare a rimettere piede sul terreno di gioco del San Paolo. Proprio lì, il 9 marzo del 2014, partì il calvario del centrocampista olandese, che si ruppe per la prima volta il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, saltato dopo appena 13 minuti di gioco. Quel giorno cominciò a rompersi, anche se le conseguenze arrivarono successivamente, pure la Roma di Rudi Garcia, che aveva perso la sua «lavatrice», il calciatore in grado di ripulire tutti i palloni che passavano tra i suoi piedi. Due anni e mezzo (e tre operazioni) dopo, Kevin tornerà a Napoli da protagonista, ritrovato leader del centrocampo giallorosso, proprio nella settimana in cui Milik, fin qui il migliore della squadra di Sarri, ha subìto in nazionale un infortunio molto simile al suo. Proprio al centravanti partenopeo (e a Riccardo Montolivo) Strootman voluto fare gli auguri di una pronta guarigione: «So che è una strada difficile – le sue parole – ma siate forti e combattete per tornare». Un gesto sentito da parte di chi ha affrontato la stessa esperienza, e forse un segnale di pace dei confronti di una tifoseria con cui in passato ha avuto più di qualcosa da ridire. Tutto è cominciato da un presunto sputo dell’olandese verso la curva del Napoli dopo l’espulsione nella semifinale di ritorno di Coppa Italia (era il 12 febbraio 2014 e la Roma perse 3-0 dopo aver vinto 3-2 all’andata grazie anche ad un gol di Strootman); i tifosi napoletani «festeggiarono» poi l’infortunio con uno striscione vergognoso (Kevin crack, godo ancora). Se sabato saranno fischi (per lo sputo) o applausi (per la solidarietà a Milik), per Strootman cambierà poco, perché ormai il passato è alle spalle e lui pensa solamente al futuro.

«Mi sento bene – ha detto pochi giorni fa dal ritiro della nazionale olandese – il ginocchio è sempre più stabile e mi sento libero di testa. Più partite gioco, più il mio ginocchio diventa nuovamente forte, e con lui anche tutto il resto del corpo». Se n’è reso conto anche Luciano Spalletti. Che sia il 4-2-3-1, in cui gioca davanti alla difesa al fianco di De Rossi (o Paredes), o il 4-3-3 in cui fa l’intermedio, Kevin è sempre in campo: con 868 minuti (e 2 gol realizzati) è il terzo romanista più utilizzato dopo Manolas (961) e Bruno Peres (873), il primo tra i centrocampisti. Il raffronto con le due stagioni precedenti (326 minuti nella stagione 2014/2015 e 233 in quella seguente) evidenzia come Strootman sia tornato quello di prima. Si è ripreso anche la nazionale olandese, di cui è capitano, e la sensazione è che molto presto vestirà la fascia anche in giallorosso («Sempre che io non smetta prima di Totti», ha detto scherzando qualche tempo fa). Pallotta glielo ha promesso quando era infortunato, insieme al rinnovo del contratto che scade nel 2018.

(Corriere della Sera – G. Piacentini)



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