«Abbiamo la necessità di vincere e dobbiamo metterci nelle condizioni di sopportare il peso che portiamo sulle spalle». È Luciano Spalletti a sintetizzare la voglia di successi che si respira intorno alla Roma, convinto che la squadra non possa permettersi vertigini da alta quota. La corsa verso la vetta passa stasera per Reggio Emilia, contro il Sassuolo imbottito di giovani cresciuti nel vivaio giallorosso. «L’ambiente della capitale è perfetto per lavorare, la difficoltà è che Roma ha bisogno di vittorie. O si portano a casa i risultati o si va via da questa città». Politano, Pellegrini, Mazzitelli, Antei e Ricci: la solidità della creatura guidata da Di Francesco è tutta farina del sacco di Trigoria dove, negli ultimi anni, sono arrivati tanti giovani non all’altezza. «Anche secondo me sono forti, ma non c’ero io, spetterebbe rispondere a Sabatini. Spesso il giovane vuole andare via per giocare. Si fanno scelte sui ragazzi anche per non farli restare un anno in panchina, ma per mandarli a giocare facendo accrescere il loro valore». Ragionamento che, a gennaio, potrebbe esser fatto per Gerson e Iturbe. «Valutazioni che facciamo, anche se non posso dire troppo: se vi dico che li daremo in prestito e poi magari domani li devo usare?».
Meglio concentrarsi allora sulla sfida di stasera, contro un Sassuolo: «Squadra pericolosa, allenata bene, con attaccanti veloci» dice Spalletti. Gli equilibri della Roma passano per il rientro da titolare di Strootman. «Lo facciamo giocare finché ne ha, perché un’ora di gioco la può fare con tutta la qualità che possiede». Torna nella lista dei convocati Rüdiger. «È un leoncino dentro la gabbia e si vuole far vedere. Non ha i 90 minuti, ma è guarito. Non partirà dall’inizio, sarebbe azzardato». Meglio non rischiare nulla per non perdere un secondo posto da consolidare. E poi si parlerà di futuro. «La penna del mio rinnovo ce l’hanno i calciatori e se non fanno bene è perché io li ho allenati male».
(La Repubblica – F. Ferrazza)
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