Feyenoord-Roma 1-1

AS ROMA NEWS FEYENOORD LUKAKUBollito, involuto, finito a chi? Quella montagna di muscoli e gol sembra tornato il pezzo da novanta, come il numero di maglia, che stava facendo impazzire i romanisti prima che bollassero come logoro, esausto, sfinito, svogliato. E le etichette a Roma si staccano con i gol, non c’è altro modo, scrive La Repubblica.

Il sedicesimo gol stagionale, il sesto in Europa League arriva dopo neanche un mese dall’ultima rete, contro il Verona in campionato il 20 gennaio, ma nel calcio che vorrebbe ogni tifoso non esistono pause, e 26 giorni sono una vita intera.

Eppure Lukaku ha dato la risposta più importante nel momento più difficile. In una serata difficile, passata a toccarsi l’inguine per un dolore che gli dava fastidio.

Nessuno sapeva come avrebbe reagito all’addio di Mourinho che in fondo lo ha convinto a venire a Roma, approfittando del Chelsea che lo ha messo ai margini, dell’Inter che si è sentita tradita, della Juventus che non lo ha voluto più. Sta ripagando anche De Rossi e lo fa nella competizione con cui ha rapporto speciale, 20 gol in Europa League nelle ultime 17 partite tra Roma, Inter ed Everton. Se si aggiungono 5 assist si capisce che tra questo torneo e il belga non è passione, è amore vero.

Spesso Lukaku viene accusato di sparire nei grandi appuntamenti ma quello col Feyenoord, un play off da dentro e fuori, lo era: in una serata che può rivelarsi decisiva per la stagione della Roma ha fatto quello che doveva fare, palloni arrivati sempre pochi, ma uno è diventato il gol dell’1-1.

Torna a essere il giocatore che risolve problemi e partite, insostituibile e instancabile. Forse la Roma non lo confermerà, il nuovo ciclo lanciato dalla famiglia Friedkin con la cacciata di allenatore, ds, dirigenti, ufficio stampa in venti giorni, non prevede spese folli per calciatori non giovanissimi. E Lukaku è già costato 18 milioni tra i 5 milioni versati per il prestito secco al Chelsea e i soldi (lordi) dell’ingaggio.

Ne servirebbero 43 per riscattarlo, cifra già fissata con il club di Londra, ed è difficile pensare che la Roma voglia sborsare una cifra così importante.

Si dovrebbero conoscere anche i desideri del giocatore che a Roma, nella sua villa con palestra, piscina e giardino vicino al mare, si trova benissimo. Dove fa venire i figli che vivono a Bruxelles, ma sbarcano a Roma con regolarità. Certo per la Roma e per le casse di una squadra che non può spendere più di quanto incassa, che ha un accordo blindato con l’Uefa e che non ha idea se potrà giocare la prossima Champions League che garantirebbe altre entrate è un impegno forse troppo importante da prendere. Ma bisogna pensarci in tempo, perché i sacrifici bisogna farli, non per tutto e non per tutti, almeno per i pezzi da novanta.



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