AS ROMA NEWS SVILAR DE ROSSI – Se non sei matto, non puoi fare il portiere. Si diceva così, qualche annetto fa, quando l’estremo difensore doveva compiere atti realmente estremi pur di non farsi fregare dall’avversario. Quando in porta ci andava chi non sapeva neppure stoppare un pallone e, per questo, non gli restava che giocare con le mani, scrive il Corriere della Sera.
Matto e con i piedi fucilati: ecco l’identikit romantico e romanzato del portiere di un calcio che non esiste più. Perché il gioco è cambiato (si è evoluto, dicono) e, quindi, sono cambiati anche i portieri. Mano nella mano con il modo di interpretare il loro mestiere. E così se oggi non sai usare i piedi, e se non sei sano al cento per cento, non puoi piazzarti in mezzo ai pali. Da matto, il portiere è diventato il (più) saggio della squadra, specie di quelle che amano costruire dal basso. Come la Roma di Mister DDR.
E, non a caso, Mile Svilar è il regista basso di De Rossi. L’unico uomo che, non essendo marcato, ha la possibilità di studiare senza stress il gioco e quindi di indirizzare l’azione. Ecco spiegato perché Svilar nella Roma tocca una marea di palloni con i piedi: i compagni sono obbligati (tatticamente) a ripartire da lui se non ci sono alternative credibili. Non si tratta di passaggi all’indietro come facile soluzione in caso di pericolo, ma la ricerca continua (talvolta esasperata, è vero) di una costruzione ragionata.
Che, peraltro, consente alla squadra di alzare la linea di difesa, quindi di allontanare gli avversari dall’area di rigore. Un rischio? Una soluzione comoda, anzi. A patto che il portiere non sia un pazzerello e/o che abbia i piedi montati al contrario. Sotto questo aspetto, Svilar non ha mai dato spazio a cattivi pensieri.
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