Eusebio Di Francesco

(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini/ D. Stoppini/ A. Pugliese) Eusebio Di Francesco è senza rete. No, non è un gioco di parole per dipingere una squadra con l’ottavo attacco del campionato. È senza rete perché, nel gioco delle responsabilità, lui non può non caricarsene un pezzo sulle spalle. Il tecnico è sotto esame, senza quarto posto andrà a farsi benedire anche il suo contratto fino al 2019. Certo, non gli mancano gli alibi ma uno almeno va eliminato: il mercato. Non è colpa delle trattative Nainggolan/Dzekose la Roma non vince da un mese e mezzo e segna due gol nella stessa partita con la frequenza di una nevicata a piazza San Pietro, 7 volte su 22 giornate. Hai voglia a spiegarla con i tanti tiri in porta e la sfortuna. La Roma è quinta in classifica, a 5 punti dalla Lazio terza e a 16 dal Napoli che l’anno scorso era finito sotto in classifica. È oggi quinta, oggi che non è stato ceduto neppure un titolare. La discesa è iniziata ben prima delle voci di mercato.

SOLO 4-3-3 – La sua Roma, quella fondata sul turnover, si è sciolta proprio quando quel principio su cui si reggeva l’armonia di spogliatoio è venuto meno, ovvero con l’assenza delle coppe e dunque della possibilità di ruotare gli uomini. Nel mirino, poi, sono finite alcune sostituzioni poco felici, tra Inter e Samp: qui si entra nel campo dell’opinabile. Di certo il tecnico non ha mai provato a virare dal punto di vista tattico,mai con convinzione perché in fondo poco convinto fu quel tentativo di 4-2-3-1 con il Napoli. Si muore con il 4-3-3. Ma si muore anche sventolando fogli per difendere il proprio lavoro oppure facendo riferimenti pubblici ai comportamenti poco professionali dei calciatori durante le vacanze. Sincero, per carità. Ma forse pure un filo ingenuo.



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