AS ROMA NEWS TIAGO PINTO – La faccia è rilassata, di chi sa di aver passato mesi duri e faticosi, ma chiude con piena soddisfazione, scrive La Gazzetta dello Sport. Tiago Pinto, del resto, in questo mercato ha fatto molto meglio che in passato e questo non può che renderlo felice. Anche se poi lui si schernisce e distribuisce gli applausi altrove: “Io ho fatto solo il mio lavoro, il merito di questo mercato è dell’allenatore e di una proprietà che parla poco, ma che ha le idee giuste e sta costruendo un progetto. Non c’è dubbio che la presenza di Mourinho sia basilare per attrarre giocatori. Tra l’altro, José non ha neanche un problema generazionale, io ho ragazzi di 20-21 anni che sognano di essere allenati da lui”.
Già, un gruppo che Mou, i Friedkin e Pinto hanno costruito insieme e che ha come primo obiettivo quello di tornare subito in Champions, sognando magari anche qualche cosa in più. “La squadra è più forte della scorsa stagione, ha più soluzioni e maggior qualità – continua Pinto – Questo era l’obiettivo, ma mai parlare di scudetto. Non perché mi voglia nascondere, ma perché non si parla mai prima. La Roma, tra l’altro, è la quarta squadra più giovane della Serie A e la più giovane delle sette big”.
E lo sarebbe stato ancora un po’ di più se fosse tornato a casa anche Davide Frattesi, che la Roma ha cresciuto a Trigoria per poi inseguirlo a lungo nel corso di quest’estate. “Escludendo i giocatori della Roma, Frattesi è il mio giocatore preferito in Serie A, sicuramente uno dei centrocampisti più forti della nazionale italiana. Ma poi siamo nel mercato, devo rispettare le richieste. Io però non uso la stampa per fare le trattative (il riferimento è a Carnevali? ndr ) e sono un po’ tedesco nelle trattative: se non ho i soldi che vengono chiesti si va avanti”.
E così è stato e forse è andata anche meglio, perché poi si è aperto lo spiraglio per arrivare a Wijnaldum, al di là dello sfortunato infortunio che ha poi colpito il centrocampista olandese. Uno di una serie di acquisti che si sono chiusi con gli arrivi di Camara dall’Olympiacos e di Belotti, svincolato dopo sette anni di Torino. “Abbiamo deciso di spendere più per gli ingaggi che non sui cartellini, è stata una strategia specifica. Il contratto di Belotti? In due o tre operazioni siamo stati creativi, anche per necessità Per me non conta l’1+2 o il 2+1, sono sicuro che Andrea giocherà per tanti anni con la Roma. Il contratto non sarà mai un problema”.
Esattamente come il suo, che scade nel 2024 e su cui Pinto scherza su. “Per venire qui ho lasciato il Benfica, che è il grande amore della mia vita. Qui sono felice, non ho bisogno di rinnovi, sono diverso dai giocatori. Ciò che mi muove sono le idee e le persone con cui lavoro. E all’interno del club ho grande empatia. Una cosa però è certa, il prossimo direttore sportivo della Roma avrà un lavoro molto più semplice del mio perché per con il lavoro che stiamo facendo in futuro ci sarà più flessibilità”. Chiusura con i rimpianti: “Ne ho più sulle uscite che sulle entrate, un paio di giocatori invece di darli in prestito potevamo venderli”.
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