Eusebio Di Francesco

(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini) Se il problema è nelle gambe, prima o dopo si risolve, anche al netto di un calendario che mette di fronte tanti impegni e poche giornate dedicate agli allenamenti. Se invece Di Francesco deve mettersi a fare lo psicologo, la salita diventa un po’ più ripida. Delle due l’una, da qui non si esce. Perché che qualcosa ci sia, in ogni caso, tra la Roma che nei primi tempi mostra una faccia di sé e dopo l’intervallo quasi si scioglie, lo raccontano anche i numeri delle tre partite disputate. Possesso palla, tiri in porta, conclusioni subite, numero di passaggi riusciti: bastano queste quattro voci – come si legge nel grafico che pubblichiamo qui sotto – per dare un’idea di quanto Atalanta, Inter (anche se in maniera parziale, almeno sul piano del gioco) e Atletico Madrid abbiano beneficiato di una Roma che inevitabilmente cala con il passare dei minuti.

I DATI – Premessa: che il gioco di Di Francesco sia dispendioso lo raccontano, ufficialmente e non, tutti i calciatori da lui allenati in passato. E così si spiega la pressante richiesta del tecnico di un mercato che allungasse il più possibile la rosa. Che ci siano alcuni giocatori ancora non al 100% è normale, certo. Che però lo sia la maggior parte dell’organico non è credibile. O quantomeno non può essere riconducibile alla tournée all’estero, cosa che ormai fanno la maggior parte (o tutti?) dei top club europei. Il paradosso, poi. Nel rileggere i dati si scopre che sono in qualche modo «migliorati» dalla prestazione con l’Inter, che però è anche l’unica sconfitta stagionale. Contro Spalletti la Roma tirò di più in porta dopo l’intervallo(anche se in maniera meno precisa), aumentò il possesso palla (da 45% a 54%) ma soffrì anche maggiormente le offensive di Icardi e compagni (9 tiri subiti, contro 5). Alla fine però il numero che spaventa di più, quello che fa tornare alla mente le (prime) parole di Dzeko, è l’unico tiro nello specchio della porta nei tre secondi tempi: troppo poco per chiunque, a maggior ragione per una squadra difranceschiana.

AVANZA SCHICK – Perché questa non è più la Roma di Salah, certo, quello dei 90 gol dello scorso campionato. Ma almeno adesso può consolarsi con l’esordio ormai imminente di Schick. Anche ieri il ceco si è allenato con i compagni, il problema accusato una settimana fa è ormai dimenticato e le sensazioni positive aumentano di ora in ora: ecco perché non sarà una sorpresa vederlo inserito oggi tra i convocati di Di Francesco per la gara di domani con il Verona. Un problema in meno, una risorsa in più.



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