Rassegna stampa
Toh, chi si rivede, trova i sardi e rinasce: Kalinic in gol dopo 13 mesi

NOTIZIE AS ROMA KALINIC – Il lungo digiuno è finalmente finito. Oltre 13 mesi di astinenza, oltre 13 mesi senza mai alzare le braccia al cielo. L’ultima volta che Nikola Kalinic aveva segnato era stata il 16 gennaio 2019, Atletico Madrid-Girona 3-3.
«Ma anche all’Atletico non giocavo molto, in un anno e mezzo avrò fatto 6-7 partite, di cui solo 3-4 dal via. Ora vedremo in futuro, deciderà il mister. Io sono sempre pronto per fare il meglio per la Roma». Difficile che lui e Dzeko possano convivere, almeno dall’inizio («Parliamo tanto tra di noi, non è facile fare sempre gol»).
Ma la partita di ieri un senso ce l’ha, perché Kalinic ha dimostrato di essere vivo. Con tanti saluti a chi pensava che avesse già tirato i remi in barca. E anche a Pisacane con cui ha litigato a fine gara («sei piccolo», gli ha fatto segno) ricordando l’andata.
E siccome la serata era speciale per mille motivi, ieri Kalinic ha deciso di farsi un regalo doppio con due reti invece di una (più l’assist per il 3-1 di Kluivert). L’ultima volta che aveva fatto una doppietta era stata oltre tre anni fa, il 17 settembre 2017 (Milan-Udinese 2-1).
Ma quando c’è il Cagliari gli occhi del croato girano come dei rulli di una slot a caccia del jackpot. E con quelle di ieri sono sei le reti segnate ai sardi, sua vittima preferita in Italia. «Avevamo grande voglia, giocare e vincere a Cagliari è sempre difficile. Abbiamo dato il 100%, creando molte occasioni. Una grande partita. Ora guardiamo avanti, pesando ad una gara alla volta. A iniziare dalla Sampdoria».
E allora da oggi la Roma ha un Kalinic in più, i gol di ieri sono stati importanti anche dal punto di vista psicologico. «Io lavoro sempre per la squadra. Sono felice per i gol, ma contano di più i tre punti». Già, anche se ora la Roma potrebbe aver ritrovato un giocatore nuovo. Se sia troppo tardi o meno, lo si capirà da qui a maggio. «Vedremo, del mio futuro deve parlare il club. Io posso dire che qui sono felice. Ora penso solo a giocare».
(Gazzetta dello Sport)
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