AS ROMA NEWS ATALANTA – I numeri difficilmente mentono. E se alla vigilia il coefficiente della Roma tra expected gol (produzione offensiva di una squadra) e reti segnate era negativo (-5,39) mentre quello dell’Atalanta in linea con quanto prodotto (+0,20), difficilmente poi ci si poteva aspettare qualcosa di diverso in campo. Succede quindi che, come da copione, i giallorossi creino tanto ma sprechino altrettanto e la squadra di Gasperini sia abile a sfruttare l’unica, vera occasione di tutta la partita.
Come riferisce Il Messaggero, finisce così 1-0 tra l’incredulità dell’Olimpico che ha visto, almeno per 20 minuti nel primo tempo, la miglior Roma della stagione. E siccome siamo in vena di paradossi, singolare che sia accaduto senza Dybala in campo. Paulo, infatti, si era dovuto arrendere nel riscaldamento pre-gara per un affaticamento al flessore sinistro che ora lo costringerà a saltare la convocazione con la Nazionale argentina. Destino simile per Pellegrini che invece ha deciso di stringere i denti, soffrendo, ma vedendo il suo raggio d’azione limitato. Anche lui non risponderà alla chiamata del ct Mancini.
Quella che doveva essere la partita della svolta si trasforma invece in quella dei rimpianti. Alla fine la Roma avrà tirato la bellezza di 21 (!) volte verso la porta dell’Atalanta centrando lo specchio in 4 occasioni, esaltando i riflessi di Sportiello, subentrato a Musso dopo appena 8 minuti di gioco (a seguito di un tremendo scontro con Demiral). Gasperini, si accontenterà del tiro a giro di Scalvini, per espugnare l’Olimpico, calare il poker in trasferta (4 successi su 4) volare in classifica e vincere per la prima volta in carriera contro il tabù-Mourinho.
Già, Mourinho. José merita un capitolo a parte. Perché se è vero che Gasp prepara la partita come un giocatore di scacchi arretrando De Roon in marcatura su Zaniolo e avanza Scalvini in mediana per fronteggiare i ciclopi giallorossi, Mou riesce comunque a trovare la contromossa, allargando Nicolò e chiedendo a Abraham di buttarsi negli spazi. Dopo l’1-0 nerazzurro, la Roma ha almeno tre palle-gol clamorose che non sfrutta. Inevitabilmente sale sul banco degli imputati Tammy che se ne divora almeno un paio a tu per tu con Sportiello. Si torna così ai famosi numeri e all’assenza di Dybala.
Se la Roma ieri per expected goal avrebbe dovuto vincere 3-0 (3.28-0,14) l’assenza di Paulo si sente eccome. Anche contro l’Helsinki, nonostante la mole di gioco prodotta nei primi 45 minuti, i giallorossi avevano dovuto attendere il suo ingresso per sbloccare la partita. Gli erano bastati 70 secondi: primo pallone toccato, gol. Nessuno ha chiaramente la controprova ma se ieri ci fosse stata la Joya, almeno una delle tante occasioni create, avrebbe avuto esito diverso. Dybala sa regalare imprevedibilità, si porta via almeno due uomini e in una gara che l’Atalanta ha concluso con sette ammoniti c’è da scommettere che qualcosa si sarebbe inventato. Paulo si riscopre quindi risorsa e limite di una squadra che deve iniziare ad essere più cinica sotto porta.
Perché poi ci si può anche soffermare sull’arbitraggio del signor Chiffi che ha permesso all’Atalanta di fare ciò che voleva in campo. Per carità, tutto lecito ma se il fischietto di Padova anziché iniziare ad ammonire al 23′ Maehle (tra l’altro per un fallo veniale) fosse intervenuto prima per sanzionare De Roon, falloso su Pellegrini e Zaniolo, la partita poteva in qualche modo cambiare. E anche sulla trattenuta in area di Demiral alla fine del primo tempo c’è da mettersi d’accordo.
La trattenuta è lampante: Nicolò scivola, barcolla ma poi, sostenuto da un fisico da corazziere, rimane in piedi. Cosa sarebbe accaduto se avesse accentuato (come farà, sbagliando, nella ripresa) invece la caduta? Che probabilmente staremmo parlando anche in questo caso di un’altra partita. Che sia girato tutto storto, il pubblico dell’Olimpico se ne è accorto, tributando – nonostante la delusione – un convinto applauso alla squadra al 90′. Ora non bisogna fasciarsi la testa.
La Roma ha perso una partita che avrebbe dovuto quantomeno non perdere ma la classifica è cortissima. I giallorossi sono sesti, la zona Champions è ad un passo. Detto questo, va subito affrontato e risolto il problema infortuni. Iniziano a essere troppi. Soprattutto se toccano l’unico top player della squadra. Quello che quando c’è o non c’è, si vede. E si sente.
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