Virginia Raggi

NOTIZIE STADIO AS ROMA RAGGI – Per dire che siamo al “contrordine compagni” magari è ancora un po’ presto, ma di sicuro l’ultimo tsunami che ha travolto la giunta grillina in Campidoglio un effetto lo ha prodotto anche sul progetto dello stadio a Tor di Valle. Nei corridoi di Palazzo Senatorio, in queste giornate convulse che hanno riportato con la mente agli ultimi giorni di Ignazio Marino o ad alcuni passaggi clou della giunta Alemanno, l’hanno infatti sentita spesso ripetere: “Io lo stadio non lo faccio a tutti i costi”.

E poi, ancora più esplicita: “Non posso passare per essere io la paladina dello stadio”. Ecco allora la frenata di Virginia: “Non resto appesa allo stadio”. Una virata che è già partita ieri, quando la prima cittadina ha avviato con gli uffici una vera e propria inchiesta interna per verificare la legalità di tutti i progetti citati nelle carte.

Sicuramente si procederà con tutte le cautele del caso ma il faro, fanno capire in Campidoglio, è stato acceso. Un’indicazione chiara quella di Raggi: affidarsi ad una persona di cui si fida ciecamente, che lei stessa ha voluto mettere a capo di un settore così delicato, trasferendola da Ostia. L’altro passaggio sarà verificare con l’Avvocatura capitolina, a volte fin troppo paludata, se si possa superare il parere già emesso dai legali del Campidoglio: quello, appunto, che parlava di possibili penalità in caso di dietrofront sul progetto Tor di Valle.

Un’azione ispettiva che, ovviamente, richiederà il suo tempo. Un mese, forse due. Chissà. Intanto si sta alla finestra e si aspetta: che escano altre carte, altre intercettazioni, che la polvere si posi a terra. Nel frattempo, però, ci sarebbe stata la variante urbanistica da approvare in giunta e poi da portare in aula, ultimo e decisivo passo amministrativo per procedere con l’operazione stadio. L’approvazione del provvedimento era prevista, inizialmente, entro l’inizio dell’estate (giugno, più o meno) ma è evidente che sia per effetto dell’inchiesta ancora in corso, sia per la nuova indagine avviata dalla Raggi è quasi sicuro che si slitterà ancora: magari all’autunno, oppure direttamente all’anno prossimo. Quando, ormai, mancherebbe appena un anno e mezzo alla fine della consiliatura. E il tempo, si sa, in certi casi vola via.

(Il Messaggero)



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