Lo Stadio di Tor di Valle, oggi, arriva negli uffici della Regione Lazio per aprire la conferenza dei servizi. L’avvio, che dovrebbe rappresentare di fatto un passo in avanti del progetto, in realtà manca ancora di un tassello fondamentale. La conferenza dei servizi, infatti, non potrà chiudersi finché dal Campidoglio non arriverà la variante al piano regolatore. Ed è questo lo scoglio più alto da superare. Deve essere infatti il consiglio comunale ad approvare una variazione del piano regolatore per circa un milione di metri cubi. Un’area imponente che, necessariamente, deve essere resa edificabile. Un passaggio imprescindibile, al di là delle osservazioni che potranno arrivare in Conferenza dei servizi da qui ai 180 giorni previsti per l’approvazione, come da regolamento. E allora l’Aula Giulio Cesare, tra i cui scranni siedono ben 29 consiglieri del Movimento 5 Stelle sui 48 totali, potrebbe decidere di non rilasciare mai l’autorizzazione. Va detto infatti che durante l’allora Giunta Marino, al momento di votare la delibera per l’interesse pubblico del progetto dello Stadio di Tor di Valle, i consiglieri 5 stelle misero il veto.
Prima fra tutti l’allora consigliera di opposizione Virginia Raggi. Difficile immaginare che da quella stessa Aula, oggi a maggioranza 5 Stelle, possa ora uscire qualcosa di diverso. La questione del nuovo stadio della Roma sembra quindi giunta a una nuova fase di stallo. Oltre ai problemi che incombono sul progetto dai collegamenti per il traffico privato all’abbattimento degli alberi, fino al rischio idrogeologico, così definito dall’Autorità di bacino, che porterebbe non pochi problemi alla costruzione degli impianti idraulici e fognari, è in atto un confronto a distanza tra Regione e Campidoglio. Tanto che dalla Regione è giunto un ultimatum, scaduto alla mezzanotte di ieri: oggi infatti parte la conferenza dei servizi nonostante dal Comune di Roma, che ne ha comunque richiesto l’avvio, non sia ancora giunta la conferma dell’interesse pubblico per il progetto. L’eventuale obiezione sarebbe dovuta arrivare entro la giornata di ieri, 6 settembre, in caso contrario si parte oggi con l’analisi di documenti e certificati. Ora l’attesa, quindi, si sposta tutta sulla variazione del piano regolatore.
(Leggo – E. Loi)
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