(Il Messaggero) Rischia un nuovo inceppo, il tortuoso percorso del nuovo stadio della Roma. Due giorni fa, il Codacons ha depositato al Tar del Lazio un ricorso contro «tutti gli atti amministrativi relativi alla realizzazione dell’opera, chiedendone l’annullamento alla luce sia di evidenti profili di illegittimità, sia dei costi a carico della collettività» e, infine, perché la sicurezza degli «avventori» sarà a rischio se all’apertura strade e strutture non saranno pronte.
I PUNTI – L’associazione di consumatori si concentra in particolare su tre punti controversi. Le modalità decisionali della Regione perché «con la Determinazione impugnata, del tutto irritualmente, – si legge nel ricorso – l’Amministrazione regionale ha demandato alle Amministrazioni interessate la verifica della documentazione progettuale». In questo modo la Conferenza dei servizi sarebbe passata «da luogo di semplificazione e accelerazione in strumento per dilatare o distorcere il processo decisionale». Criticato anche il nuovo ponte di Traiano (anche se la sua effettiva realizzazione al momento è in dubbio) e, infine, le tempistiche di realizzazione dello stadio perché «si prevede che lo Stadio possa essere realizzato entro settembre 2019, con contestuale apertura, mentre il potenziamento della ferrovia Roma-Lido con rifacimento della stazione Tor di Valle sarà completato in modo indipendente e altrettanto indipendenti saranno la costruzione del ponte dei Congressi e del ponte di Traiano». Se non ci saranno le giuste infrastrutture dedicate alla viabilità sarà «a rischio l’incolumità dei cittadini avventori dello Stadio».
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