Il progetto bis di Tor di Valle – con l’annunciato dimezzamento delle cubature monstre della prima versione – è arrivato in Campidoglio ieri. E subito è stato discusso dai consiglieri della maggioranza di Virginia Raggi. Come previsto dal patto Roma-Comune del 24 febbraio, spariscono dai rendering le tre contestatissime torri alte fino a 220 metri destinate agli uffici privati. Le volumetrie del cosiddetto Ecomostro, bersagliato da tutte le principali organizzazioni ambientaliste del Paese e stroncato anche dall’Istituto nazionale di Urbanistica, sono state sforbiciate del 50%. Resta comunque, nel progetto del nuovo stadio, mezzo milione di metri cubi di costruzioni. La novità è che le opere private – negozi, uffici, ristoranti – saranno accorpate in un unico blocco. Una sorta di Serpentone, stile Corviale, che metterà insieme, attraverso dei ponti, edifici alti fino a 7 piani.
Il progetto approdato ieri a Palazzo Senatorio conferma, insieme al taglio delle cubature, anche la riduzione delle opere pubbliche. Si salva l’unificazione della via Ostiense con la via del Mare, nel tratto che va dal Raccordo a viale Marconi. Il progetto conserva la messa in sicurezza del fosso di Vallerano, per scongiurare il rischio inondazioni, e la realizzazione del Parco fluviale, che verrà monitorato attraverso un sistema di videosorveglianza.
LA FERROVIA – Per quanto riguarda i trasporti, è stata cassata definitivamente la biforcazione della metro B (il vecchio progetto prevedeva il prolungamento fino a Tor di Valle), mentre verrà potenziata la ferrovia Roma-Lido, anche se non è ancora chiaro il numero di nuovi treni che verranno acquistati dai proponenti. Salta il ponte carrabile sul Tevere, restano solo i collegamenti per ciclisti e pedoni. Dal Campidoglio ieri spiegavano che verrà aumentato anche il verde pubblico intorno all’impianto sportivo.
I TEMPI – Le planimetrie consegnate ieri serviranno alla giunta M5S per elaborare la delibera che modificherà l’atto votato dall’amministrazione Marino nel 2014. Il nuovo provvedimento è già stato inserito nel calendario dei lavori dell’Assemblea capitolina e dovrebbe arrivare sui banchi dell’Aula Giulio Cesare il prossimo 13 giugno. Gli uffici tecnici del Comune, compresa l’Avvocatura, sono al lavoro da dieci giorni, da quando, il 13 maggio, la giunta Raggi ha varato una memoria per modificare il progetto. Nel crono-programma che tracciano a Palazzo Senatorio la variante urbanistica dovrebbe slittare, in modo da passare al vaglio del Consiglio comunale solo dopo l’apertura della nuova conferenza dei servizi. Quella attuale, che ha già espresso il proprio parere negativo, scadrà il 15 giugno.
(Il Messaggero – L. De Cicco)
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA