Bocciato il progetto del nuovo stadio della Roma. La Conferenza dei servizi si è chiusa ieri con esito negativo anche per il mancato completamento della variante urbanistica da parte del Campidoglio e l’avvio del procedimento di apposizione di vincolo sull’Ippodromo di Tor di Valle (e area circostante) da parte del Mibact.

E se adesso l’iter burocratico riparte quasi da zero per arrivare alla posa della prima pietra della nuova arena dei giallorossi, dal Campidoglio si manifesta ottimismo: “Non cambia nulla – ha spiegato il capogruppo del M5S in Campidoglio, Paolo Ferrara – continuiamo a lavorare per il progetto. Ora si aprono percorsi differenti. Entro giugno la delibera andrà in Aula e il ritardo sarà solo di qualche mese”. E ancora, ha annunciato: “La prima pietra potrà comunque essere posate nel 2018. Partiranno da subito i tavoli tecnici tra proponenti e rappresentanti del consiglio sul nuovo progetto”.

I proponenti avranno tempo fino al 16 giugno per presentare controdeduzioni. Per avviare una nuova Conferenza dei servizi è necessario che nelle controdeduzioni siano mantenute le opere pubbliche e di interesse generale e che esse siano eseguite contestualmente a quelle private. Il primo passo è l’arrivo del nuovo progetto targato Eurnova, atteso in Comune entro una decina di giorni, che vedrà come prima novità l’annunciata rinuncia alle tre torri di Libeskind.

A quel punto l’iter prevede l’approvazione della delibera d’aula entro 90 giorni. Il voto è atteso entro giugno e la delibera, oltre a sancire una nuova pubblica utilità, dovrebbe contenere anche la necessaria variante urbanistica. Intanto gli uffici comunali inizieranno tutto l’iter preliminare per poter aprire e chiudere nel minor tempo possibile la nuova conferenza dei servizi. L’iter, infatti, si concluderà con l’approvazione di una conferenza dei servizi regionali che avrà 180 giorni di tempo per approvare il progetto.

(Leggo – A. Sacconi)



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