Questo matrimonio si deve fare, il prima possibile. Probabilmente già oggi, quando l’Assemblea capitolina voterà la delibera di pubblico interesse dello stadio della Roma. Il progetto Tor di Valle avanza, contro tutto e tutti. Ieri perfino il ministro per lo Sport Lotti in visita a Trigoria per l’Under 21 è stato sensibilizzato sull’argomento dal d.g. romanista Mauro Baldissoni. Il passaggio è cruciale, e non lo fermeranno gli emendamenti delle opposizioni (163 presentati, 65 ammessi, 41 ancora da discutere), le proteste delle associazioni (Legambiente, Italia Nostra), i vincoli archeologici (che ora potrebbero cadere per un vizio di forma) e i mal di pancia del M5S (ieri erano assenti le due consigliere Montella e Guerrini, oltre alla sospesa Grancio). Respinta pure una richiesta di sospensione dei lavori presentata dai Democratici, perché «la votazione di tale delibera determinerebbe un ammanco di corresponsione di circa 30 milioni di euro alle casse comunali».
REGALO – Già, perché la delibera che andrà in votazione oggi concede ai privati lo stesso valore di compensazione previsto dal testo del 2014, pur se tra la prima e la seconda versione si è passati dai grattacieli alle palazzine. Un regalo ingiustificato, a meno che non si rialzi l’ asticella delle opere pubbliche. «Certamente rimetteranno mano al testo della delibera – facevano sapere ieri sera dal Pd -, non possiamo credere che la maggioranza voti una roba del genere». Sicuri? «Così l’amministrazione comunale perderebbe 30 milioni che potevano servire a finanziare il trasporto pubblico», la denuncia di Giovanni Caudo.
(Gazzetta dello Sport – A. Catapano)
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