Dopo il tira e molla tra Comune e Regione sui documenti necessari per avviare la conferenza dei servizi su Tor di Valle (il Campidoglio non ha ancora confermato ufficialmente la «pubblica utilità» dell’opera), nei faldoni sul nuovo stadio che due giorni fa Palazzo Senatorio ha spedito in via Colombo spuntano diverse criticità sul progetto di James Pallotta e del costruttore Luca Parnasi. Dalla viabilità, al verde, ai trasporti, agli impianti di canalizzazione dell’acqua. Tante tessere, negative, di un mosaico che però non ha ancora preso la forma di un parere ufficiale del Campidoglio. Le singole valutazioni espresse dai Dipartimenti comunali però evidenziano più di una falla nelle carte consegnate dai privati. Diverse lacune sono state riscontrate nella progettazione degli impianti idraulici e fognari, elementi non proprio secondari dato che lo stadio e il gigantesco complesso di negozi, uffici, alberghi e ristoranti (tre grattacieli più altri 15 edifici commerciali) sorgerebbero in un’area dichiarata dall’Autorità di bacino «a rischio idrogeologico», che corre quindi il pericolo di inondazioni.
IL TRAFFICO PRIVATO – Altro punto critico: gli ultimi elaborati presentati prevedono l’abbattimento di centinaia di alberi. Intervento che in precedenza non sarebbe stato programmato. Le carenze più gravi riguardano la viabilità e il piano dei trasporti, in particolare i collegamenti intorno al Ponte dei Congressi e le strade per raggiungere la zona dello stadio. Anche le aree dei parcheggi vengono considerate insufficienti dai tecnici del Campidoglio. Manca poi un documento decisivo come il «parere di conformità» del Comune, l’atto attorno al quale martedì si è incardinato un aspro botta e risposta tra Campidoglio e Regione. Secondo la Pisana sarebbe fondamentale per far partire la conferenza dei servizi, l’organismo che in 180 giorni deve bocciare o approvare il progetto. Il Comune invece si è riservato di presentarlo proprio durante la discussione in conferenza.
DOPPIO VERTICE – Dopo il braccio di ferro di due giorni fa, ieri tra la giunta di Nicola Zingaretti e quella di Virginia Raggi si è tentata la strada del disgelo. Tanto che il vicesindaco Daniele Frongia ha ricevuto il vicepresidente regionale Smeriglio. Un vertice che si è concluso con dichiarazioni concilianti: «Le polemiche non servano a nessuno». Nei prossimi giorni i due assessori all’Urbanistica di Comune e Regione si vedranno per «stabilire insieme un percorso che possa affrontare il tema dello stadio in base alla delibera di pubblica utilità votata dal Consiglio comunale e alla verifica delle prescrizioni presenti nella stessa delibera». Resta il nodo delle integrazioni che la Regione, entro lunedì, potrà chiedere al Campidoglio. Da via Colombo non escludono neppure che, prima dell’invio della richiesta formale, possa esserci una conferenza stampa per chiarire il punto di vista dell’amministrazione Zingaretti. Approfittando dell’ennesimo stallo, gli ambientalisti intanto spingono per la stroncatura definitiva del progetto. Italia Nostra ieri è tornata a «criticare duramente la scelta dell’area di Tor di Valle», protestando per «la mancanza di trasparenza da parte del Comune su tutte le documentazioni non rese pubbliche alla città». Secondo l’associazione, «è dovuto il parere dell’Assemblea Capitolina sulla conformità all’interesse pubblico. I nuovi componenti dell’Assemblea dovranno conoscere il progetto definitivo e verificare tutte le nuove criticità segnalate dagli uffici». Va insomma capito, secondo Italia Nostra, come siano stati risolti tanti problemi, «dalla messa in sicurezza del rischio idrogeologico, fino al superamento della bocciatura dell’Atac sul prolungamento della Metro B».
(Il Messaggero – L. De Cicco)
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