Dieci anni e dieci giorni per una cintura nera di judo che oggi dirà basta con il calcio. Gianpaolo Tosel, classe 1940, segno zodiacale scorpione, oggi una puntura la riceverà dal Consiglio Federale, che dovrebbe votare il suo addio alla carica di giudice sportivo e l’avvicendamento con Gerardo Mastrandrea. Non un passaggio banale, ma l’addio di un personaggio che si è sempre dichiarato «estimatore del calcio antico» e che dal calcio antico ruota intorno alle decisioni del pallone. Fin da quando faceva parte, fine anni Ottanta, dell’Ufficio Indagini, per poi passare alla Disciplinare prima e, nell’estate 2006, quella di Calciopoli, planare al posto di Maurizio Laudi, per volere dell’allora commissario Guido Rossi.

CURRICULUM – Era il 21 agosto 2006, Tosel era già un magistrato in pensione, procuratore capo di Udine e prima sostituto procuratore a Venezia. Si è occupato di tutto: sequestri di persona, indagini sul mostro di Udine (la figlia è ancora legale della famiglia di una delle vittime), Brigate Rosse, l’assassinio di Giuseppe Taliercio per il quale finì pure sotto scorta. Curriculum ancora più ampio, dopo la pensione: difensore civico regionale del Friuli Venezia Giulia, componente del Comitato etico dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Udine per la sperimentazione sui farmaci, poi membro della Commissione deontologica dell’Ordine dei medici di Udine, dal 2008 garante dell’università del capoluogo friulano.

DISCUSSO – Ma forse, mai il suo nome è stato discusso come per la carica di giudice sportivo. Nell’ultima stagione è finito nel mirino per il caso Sarri-Mancini e il conseguente imbarazzo della Federcalcio, ma forse ancor di più per le 4 giornate inflitte a Higuain dopo Udinese-Napoli, per il quale finì nel mirino dei tifosi del Napoli e dentro gli agguati delle stazioni radio. «Mi associano diverse simpatie in base ai miei provvedimenti, ma in realtà io sono solo un notaio», dichiarò in una vecchia intervista. Un figlio interista, una figlia juventina (con compagno romanista), un terzo figlio non appassionato del pallone («è il più saggio della famiglia»), Tosel amava Omar Sivori e Garrincha. Fumatore convinto, del calcio ha sempre visto con preoccupazione la smodata attenzione dei tifosi a ogni particolare: «Pochi processi penali hanno lo stesso effetto mediatico di un comunicato del giudice sportivo», disse lui. Forse è anche per questo che oggi farà rumore anche il suo avvicendamento, non esattamente consensuale, ma da molti auspicato dopo le polemiche dell’ultimo campionato. Ma questo Tosel lo sa, allenato com’è – da amante del judo – a conoscere se stesso e gli altri.

(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini)



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