La venticinquesima, «quasi» sicuramente l’ultima. Ma il sapore speciale di una stagione diversa da tutte quelle che ha vissuto, comincia già a fasi sentire. La differenza si nota almeno nella tempistica, perché Francesco Totti è il primo a mettersi a disposizione nella lunga estate di preparazione della Roma, dentro e fuori dal campo.
I tempi dei rapporti tesi con Luciano Spalletti non possono certo essere dimenticati, però l’obiettivo comune in vista di una nuova stagione è pronto a sotterrare l’ascia di guerra. Per questo durante la prima seduta tra le Dolomiti, è stato proprio il tecnico ad approfittare dei tifosi presenti sulla tribuna per mandare in scena il primo siparietto del ritiro. Dall’interno della palestra, Spalletti ha preso per mano Totti spingendolo sotto la tribuna che lo stava invocando a gran voce per firmare autografi e scattare qualche foto.
Francesco si è fermato per una decina di minuti, «approfittando» dell’infortunio muscolare accusato nel pomeriggio di venerdì a Trigoria. Un risentimento muscolare al flessore della coscia destra che sarò valutato nei prossimi giorni, ma che per il momento non gli ha consentito (e probabilmente non gli consentirà nemmeno oggi) di allenarsi insieme ai compagni.
A poche ore dalla partenza per Pinzolo, il capitano giallorosso riesce comunque ad indossare la fascia di capitano al braccio, cercando di dare il buon esempio davanti ai microfoni di Roma Tv: «È il venticinquesimo anno consecutivo con la stessa maglia e non so quanti giocatori possono dire di averlo fatto. È un orgoglio, una cosa che ho sempre voluto. Sin da bambino ho pensato di indossare una sola maglia e ora ci sono riuscito». Il volto è disteso e la voglia di affrontare i temi più scottanti non manca, svelando per la prima volta la volontà di fornire il proprio contributo anche sulla questione «barriere» in Curva Sud: «Spero che quest’anno i nostri tifosi possano darci un forte aiuto, tornare allo stadio e trovare una soluzione per questa curva, perché non se ne può più: per noi che giochiamo e per loro che non possono venire allo stadio. Se c’è bisogno di qualsiasi cosa potrei scendere in campo anche io per aiutarli e tornare come era una volta, tutti uniti per l’obiettivo».
Adesso resta da capire quale sia quello del campo in un’estate di mercato che si preannuncia più lunga del solito. Intanto però, è meglio non nascondersi: «È normale che all’inizio di ogni stagione si parli di obiettivi – prosegue Totti – ma è dura perché davanti a noi abbiamo la Juventus che è più competitiva e più forte. Lo ha dimostrato negli ultimi 5 anni. Spero che mister e società riescano a diminuire il gap e ambire a uno dei trofei più importanti».
Un lavoro che il tecnico ha già mostrato di curare nei minimi particolari: «Conosco meglio di chiunque altro la metodologia di Spalletti, è diversa da tutte le altre. Sicuramente si lavora duro, ma si lavora bene. Quando c’è sorriso, dialogo e rispetto reciproco lavori meglio». Poi un pensiero finale dedicato a Strootman: «Kevin è un rinforzo, un giocatore fondamentale perché è un leader in campo e fuori, un trascinatore. Anche in amichevole gioca al 100%, durante gli allenamenti dà sempre il massimo e non vuole mai perdere. È un giocatore che ci darà tanto». Ogni contributo è ben accetto.
(Il Tempo – A. Serafini)
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