Francesco Totti

NOTIZIE AS ROMA TOTTI – Il segreto, forse, è in quelle ombre lunghe che attraversano il Colosseo come ferite. Francesco Totti le attraversa col passo leggero del ragazzo che sapeva costruire sogni. Adesso è diverso, perché i 42 anni festeggiati in uno dei luoghi più belli del mondo hanno il sapore di un punto d’arrivo più che di una tappa. A mettere il punto però, per il momento, ci pensa l’autobiografia appena uscita e scritta con Paolo Condò, «il mio De Rossi», dice Francesco con un sorriso. Il libro si chiama «Il Capitano», cioè quello che grida la folla assiepata dietro i cancelli, con qualcuno che dice: «Torna a giocare».

Che cosa sia Totti, in fondo, lo dimostra il fatto che sono bastate le anticipazioni dell’autobiografia (di cui parte del ricavato andrà al «Bambino Gesù») per far scoppiare polemiche che non si sopiranno in fretta. «Uno deve dire la verità perché la gente non sa come sono andate le cose — spiega l’ex capitano — Non voglio litigare né polemizzare con nessuno. Mi spiace se qualcuno si arrabbia e se si alza un polverone, però non scrivo un libro per scrivere cavolate. Non speravo che Baldini si dimettesse e non ho fatto un libro per togliermi sassolini dalle scarpe».

Adesso, però, davanti c’è il futuro. «E’ un punto interrogativo. Lo vedo nell’area tecnica, ma nella vita non si sa mai quello che può succedere. Io presidente della Roma? Chi lo sa. In futuro non si può mai sapere. Di sicuro vorrei fare il bene della Roma, da presidente, vice presidente o collaboratore» Sabato (domani, ndr) accetterei un bel regalo — dice l’ex capitano, che scherza con Di Francesco («Ora mi dice chi devo far giocare») — Il derby è una partita diversa proprio come lo è il Colosseo.

Sono convinto che la Roma possa fare un grande match. Spero che possa dare tutto quello ha dentro, perché il valore della squadra è alto. Lo affronteremo a testa alta, senza paura di nessuno. Io in questi giorno ho provato a dare una mano. Nei momenti di difficoltà cerchi di dare un contributo, perché qui a Roma almeno una volta all’anno ci sono contestazioni, quindi ci sono abituato. Certo, si può sbagliare, ma occorre fare gruppo».

(Gazzetta dello Sport)



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