Rassegna stampa
Totti e la nuova gestione: “Se mi chiamassero andrei a parlare, chissà…”
NOTIZIE AS ROMA TOTTI – Felpa grigia e cappuccio tirato su. Via di corsa sulle strade di Roma, veloce, di testa e di gambe, come sempre. Poi il piano per la fuga, con qualche colpo di genio, stavolta senza palla, e un po’ di fortuna, che non guasta mai.
Sarà un Francesco Totti diverso quello che scopriremo dal 13 marzo su Prime Video grazie a «Celebrity Hunted – Caccia all’Uomo», prima serie italiana non fiction di Amazon Original, prodotta da EnemolShine Italy. Un reality mai visto, con otto vip in fuga da Roma e un team di cacciatori esperti, guidati da un ex Sisde, che li cerca in tutta Italia. L’ex capitano giallorosso emerge già dalla prima puntata come fine stratega.
Eppure in carriera ha fatto sempre scelte di cuore: «Sono due versioni differenti di me. Scegliere di restare a Roma per sempre è stato amore puro, la strategia non serviva. Qui sì, per non farsi prendere. E’ stato divertente, ma mica facile».
Lui le sfide non le ha mai temute, ma di una cosa è certo: da Roma si può scappare, se sei in un game show, ma dalla Roma mai: «C’è stato un momento in cui sono stato davvero vicino ad andare via, ma non parlatemi di fughe. E’ una questione di rispetto verso i tifosi e la maglia, non lo avrei mai fatto, non avrei mai tradito una società che mi ha dato tanto».
La Roma fa ancora parte di lui, per questo, vista l’imminente rivoluzione ai vertici, ammette senza tanti giri di parole: «Se dovesse arrivare una telefonata da Friedkin? Beh, sicuramente ci parlerò. Poi valuterò, nella vita mai dire mai…». Quindi uno sguardo alla Roma di oggi: «L’Europa League? E’ uno degli obiettivi, così come il quarto posto, ma non è facile. Il campionato sta per finire e in Europa il tabellone si è ristretto. Devono restare uniti, fare quello che sanno e spero davvero di poterli vedere raggiungere certi traguardi».
In «Celebrity Hunted», girato lo scorso settembre, i concorrenti percorrono in lungo e in largo l’Italia. Adesso, con l’epidemia in corso, non sarebbe possibile: «E’ un momento difficile, in cui c’è da avere paura. Dobbiamo restare uniti, da Nord a Sud, sperando che trovino al più presto il vaccino. Sta poi a chi ha il potere comunicare che adesso occorre chiudere tutto, dispiace per l’economia ma la salute viene prima di ogni altra cosa. Il campionato? Va fermato, non è giusto che il calcio sia aperto e il bar chiuso, è surreale e non serve a niente. O chiudi tutto o lasci tutto aperto. Certo, anche lo stop al calcio sarebbe un danno economico non da poco, soprattutto se contiamo anche la Champions, l’Europa League e l’Europeo. Non è una decisione facile, però va presa».
L’esperienza di fuggitivo lo ha divertito, ma non immagina un futuro in tv: «Ho accettato perché in quel momento ero libero e questa sfida mi affascinava. Volevo vedere come me la cavavo in un contesto tanto diverso dalla quotidianità. Ovviamente ho sentito la mancanza della famiglia, ma anche del telefonino: non potevo mandare messaggi, controllare internet… Ma la verità è che mi si è aperto un mondo e ho capito che sarebbe molto più bello tornare ai vecchi tempi!».
Totti avrebbe dovuto gareggiare con Ilary: «Ma il contratto che ha con Mediaset lo proibiva. Di sicuro con lei mi avrebbero catturato molto prima! L’esperienza più bella? Quella dai frati, non avrei mai immaginato di dormire in un convento e indossare il saio… Ma il mio obiettivo era vincere, chi avrebbe mai pensato di trovarmi lì?». In effetti…
(Gazzetta dello Sport)
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