Nella serata degli addii – della Roma all’Europa League, e probabilmente pure del Capitano alle Coppe Europee – l’Olimpico è tornato a farsi sentire. Una serata come tante nella storia giallorossa, con più delusioni che gioie, e come tante altre volte il pubblico ha apprezzato, accompagnando i giocatori negli spogliatoi con tanti applausi. Con la nota malinconica in più dell’ultima partita di Coppa di Francesco Totti, entrato a 6’ dalla fine – diventati 11’ col recupero – con la fascia al braccio, al posto di Daniele De Rossi.
Nonostante il comunicato della scorsa estate sul rinnovo parlasse di «ultima stagione» della carriera del numero 10 – la parola fine non è stata detta, e non l’ha fatto neanche lui, quando gli è stato chiesto se fosse la sua ultima partita nelle coppe: nessuna risposta, sguardo serio, ma sarebbe stato lo stesso anche col contratto in tasca, perché in gare come questa il suo umore è lo stesso dei tifosi che lo invocano ogni volta che lo vedono alzarsi dalla panchina per fare riscaldamento. O di Florenzi scatenato in tribuna.
La dovrà dire Pallotta, l’ultima parola, ma il futuro del capitano non è certo il tema più urgente – lo scorso anno venne annunciato il 7 giugno, a stagione conclusa – ma prima o poi andrà affrontato: a prescindere da un eventuale rinnovo – Spalletti ne ha chiesto pubblicamente la conferma, chissà se lo pensa davvero – c’è sempre il contratto già firmato per fare il dirigente, per 6 anni. Con ruolo tutto da stabilire: ci sarà da parlarne.
(Gazzetta dello Sport)
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