Quarant’anni domani, 250 gol in A ieri. È la sintesi della leggenda Totti, arricchita di un nuovo capitolo con il rigore segnato al Torino, il 70° in carriera. Dalla rete al Foggia nel settembre del 1994 a quella nello stadio del Grande Torino che l’ha accolto in campo con una standing ovation riservata solo ai più grandi, in mezzo c’è una vita da romanista in cui ha avuto meno trofei di quanti ne meritasse un campione come lui.

Il numero 10 è entrato sul 2-0 per i granata e il caso ha voluto che accorciasse le distanze al minuto 10, auto-regalandosi un record per il suo compleanno, senza riuscire però a farlo valere nemmeno un punto. Il capitano ha consolidato la seconda posizione dietro a Silvio Piola nella speciale classifica dei migliori marcatori di tutti i tempi: è a -24 dall’ex attaccante di Lazio e Juventus. L’obiettivo è lontano, con 32 partite da giocare per Totti sembra un’impresa impossibile. Salvo rinnovo: «Se starà così a fine anno – apre il dg Baldissoni – si vedrà. È il nostro Peter Pan e mi auguro che possa continuare a sentirsi bambino. Soci cinesi? Smentisco. Un eventuale interesse potrebbe esserci per lo stadio». Baldissoni e Gandini torneranno a parlarne da oggi a mercoledì con Pallotta a Londra.

Non è il futuro a preoccupare Totti, il pensiero è al presente in cui appare l’unica certezza di una Roma allo sbaraglio. Ieri il 10 ha fatto anche il De Rossi con grande spirito di sacrificio. «Ora è perfetto», ha ammesso Spalletti. Mihajlovic gli ha fatto i suoi auguri: «Spero non smetta mai. È venuto a salutarmi dopo la partita negli spogliatoi, mi deve una cena con ostriche e champagne».

«Meriterebbe un film sulla sua carriera», ha aggiunto il dg del Torino Comi. Di cose da raccontare ce ne sarebbero, Totti ha un quarto di secolo di calcio nel bagaglio personale e i suoi gol segnano il tempo. Col piede preferito, il destro, Francesco ha realizzato 201 reti, 35 di sinistro, 12 di testa e le restanti due con altre parti del corpo. Si arriva a 306, invece, calcolando tutti i gol fatti con la maglia giallorossa. Standing ovation.

(Il Tempo – E. Menghi)



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