Da un lato c’è Spalletti che oltre all’aut-aut sulla permanenza legata ai risultati, ha inserito in tempi non sospetti (settembre), reiterandola poi un mese fa, la clausola-Totti: «Se lo fanno smettere, vado via anche se vinco». Dall’altro Francesco che, durante la registrazione del programma «L’Intervista» con Maurizio Costanzo in onda domani su Canale 5 alle ore 23,30, si schiera apertamente con Lucio: «Terrei Spalletti come allenatore, è il futuro della Roma. Con lui si può vincere». A pensarci bene, viene da sorridere. Lo stesso sorriso sfuggito a Francesco prima di augurarsi la conferma del toscano: «Dice che non rinnova se non lo faccio io? Ma se poi non mi fa giocà». Ricapitolando: il tecnico chiede la permanenza di Totti come conditio sine qua non’ per rinnovare ma lo relega poi a poco più di una comparsa.

LA PRESSIONE Il capitano si schiera a favore di Spalletti ma paradossalmente non fa altro che aumentare la pressione sulle spalle del tecnico che ora, oltre all’invito pubblico di Pallotta («Dipende soltanto da Luciano») e di De Rossi, ha anche quello del calciatore più rappresentativo della storia del club. Visto che però, come ama ricordare un proverbio arabo, «chi scava un fosso con la malignità, poi ci finisce dentro», meglio limitarsi a considerare che qualora Totti volesse dare seguito alla sua carriera («Tra un anno potrei essere nella dirigenza della Roma, ancora sui campi a giocare, oppure potrei decidere di fare il procuratore e cercare nuovi campioni») diventerebbe per l’allenatore un ulteriore motivo di riflessione. Inutile girarci intorno: la gestione dell’icona non è stata semplice. Palermo docet. Intanto se il rimpianto più grande per Totti rimane «non aver vinto la Champions» e il gol più bello «quello che ci ha regalato lo scudetto», il gossip è in allerta: «Con Ilary stiamo pensando al quarto figlio, ce lo ha chiesto Cristian, vuole un altro maschio».

(Il Messaggero – S. Carina)



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