Francesco Totti

(La Repubblica – M. Pinci) Una mano alla Roma per centrare gli ottavi contro il Qarabag non non potrà darla, stasera. Eppure Francesco Totti con la Roma gioca ancora. Glielo ha chiesto Pallotta, consapevole del fascino che quel nome esercita. Oggi è (anche) lui l’allenatore a cui Francesco regala i suoi gol. L’ultimo potrebbe portare a Trigoria il main sponsor che manca da 5 anni. I contatti sono fittissimi, in particolare quelli con una vecchia conoscenza: la Turkish Airlines, vettore di Istanbul che già due stagioni fa fu vicino a trovare un accordo con la Roma. Per convincerne i vertici, a Trigoria hanno giocato il jolly: un video con Totti che promuove il marchio turco. Di filmati simili a dire il vero Francesco ne ha girati molti, per i vari interlocutori contattati in questi mesi. Con la Turkish ha attecchito particolarmente: c’è anche chi racconta che Kaithlyn Colligan, che gestisce il polo commerciale del club a Londra, volesse portare Totti con sé, due settimane fa, quando insieme al direttore commerciale della Roma Luca Danovaro è volata a Istanbul per trattare con i vertici della compagnia di bandiera turca.

Alla fine i due manager romanisti sono partiti da soli e avrebbero gettato le basi per un accordo. Che però non è ancora definito, anche perché proseguono i contatti anche con altri soggetti, di origine orientale, leader nel mercato della telefonia e delle nuove tecnologie. I dirigenti di Trigoria per concedere lo spazio sulla maglia, vuoto dai tempi di Wind, stagione 2012- 13, chiedono almeno 7-8 milioni. E sperano di chiudere un accordo per la seconda fase delle coppe europee: affrontare gli ottavi di Champions garantirebbe quindi un maggior potere contrattuale. Insomma la missione di Di Francesco, oggi, ha anche risvolti economici. Ma oltre ai soldi quelli di un eventuale sponsor e quelli che l’Uefa attraverso premi e market pool le farà incassare, una sessantina di milioni in tutto dall’inizio della manifestazione – c’è in palio quella dimensione europea che la Roma rincorre inutilmente da anni.

Il cammino europeo ha mondato il curriculum dal fango delle goleade subite con Garcia in panchina contro Bayern e Barcellona: ora serve un passo in più. Il turnover col Qarabag andrà in vacanza: serve vincere per l’aritmetica certezza di giocare gli ottavi. Se poi il successo fosse combinato a un ko del Chelsea contro l’Atletico Madrid, Di Francesco chiuderebbe addirittura il girone al primo posto. Pensieri che fanno dire all’allenatore che «il destino è nelle nostre mani e nei nostri piedi» . Forse inconsciamente s’augurerà però che il Chelsea riesca almeno a pareggiare, visto che un passo falso degli spagnoli qualificherebbe la Roma a prescindere dal punteggio dell’Olimpico. Di certo, uno scenario tanto roseo non se lo aspettava nessuno dopo i sorteggi del 24 agosto, ancora meno dopo il traumatico addio di Spalletti. Vederlo in testa non sorprende De Rossi: «Da noi ha fatto dei casini con Totti di cui abbiamo risentito, ma sostituirlo era difficile. Non impossibile, visto com’è partito Di Francesco». Ora, deve pure arrivare.



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