Rassegna stampa
Totti: “Io e la Roma siamo destinati a ritrovarci. Friedkin non è come Pallotta e non farà gli stessi errori”
NOTIZIE AS ROMA TOTTI FRIEDKIN – Francesco Totti, storico capitano della Roma, ora svolge l’attività di talent scout per la sua azienda CT10 Management. L’ex giallorosso, intervistato da La Repubblica, ha parlato anche della Roma. Queste le sue dichiarazioni:
“La mia nuova attività di talent scout procede bene. E’ molto divertente il momento in cui i nuovi assistiti entrano nella sala riunioni e trovano me.Voglio dire che firmando con la nostra agenzia, e sottolineo il nostra perché in Italia io posso fare solo scouting e quindi i rapporti con i club li cura il mio socio, i ragazzi si aspettano di parlare con un procuratore. Invece ci sono io, e sul momento restano a bocca aperta. Devo dire che il mio appeal è ancora discreto, sui giovani e sui genitori“.
E sulla Roma, par di capire. La maggior parte dei suoi ragazzi viene dal suo vecchio club, il che è strano considerato il modo polemico nel quale vi siete separati l’anno scorso.
“È vero. Malgrado tutto, però, il rapporto con il ceo Guido Fienga è rimasto ottimo. E sul fatto che la Roma gradisca avermi come interlocutore quando si tratta di assistere un giovane, di fare il suo bene nel senso più ampio, beh… l’ho notato anch’io. Con piacere, naturalmente“.
Totti, quando rientra nella Roma?
“Non è la domanda giusta. Troppo diretta, questa è una storia di sfumature. Se lei mi chiede quando incontrerò la famiglia Friedkin le rispondo: quando mi inviteranno a prendere un caffè, e sinceramente penso che succederà. Ma al momento non c’è stato alcun contatto“.
Che idea si è fatto della nuova proprietà?
“Dan Friedkin ha capito in fretta la cosa fondamentale: a Roma la proprietà dev’essere fisicamente presente, e l’annuncio che il figlio Ryan verrà a vivere qui va nella giusta direzione. Pallotta ha commesso degli errori perché decideva in base a notizie riportate. Il proprietario deve viverle in diretta“.
Sempre convinto che la direzione tecnica spetti a un ex giocatore?
“Le faccio un esempio e non è il solito Bayern, che pure ha appena vinto la Champions con Rummenigge, Hoeness e Kahn in prima fila. Mi dica quanto è forte Theo Hernandez. Tanto, vero? Beh, l’ha scelto Paolo Maldini, che di terzini sinistri, e non solo, evidentemente se ne intende“.
Il buon rapporto con Fienga, plenipotenziario degli americani, lascia intendere che la ricomposizione sia possibile.
“La situazione è in questi termini: dopo lo strappo dell’anno scorso mi sono reinventato una vita professionale interessante e piacevole. Lavoro con vecchi amici: Candela segue la Francia, Aldair il Sudamerica. Assieme cerchiamo ragazzi con qualità di base notevoli, e spieghiamo loro la mentalità che porta al vertice. I contratti vengono dopo, sono una conseguenza, io ti dico come devi vivere per meritarteli, ed è abbastanza normale che se glielo assicura Totti un ragazzo ci crede. Questo vuol dire che non brucio dall’esigenza di cambiare, ho trovato un’altra cosa che mi appassiona. Messa in chiaro la premessa, è naturale pensare che prima o poi io e la Roma ci ritroveremo. Ma i tempi non li detto io, e soprattutto non aspetto che succeda seduto a far niente sul divano di casa“.
Non è un po’ malinconico restare fuori Trigoria quando ovviamente sarebbe accolto con tutti gli onori?
“Sono stato qualcuno lì dentro. Ci tornerò a tempo debito“.
De Rossi come Pirlo, sarebbe ugualmente pronto?
“Sento spesso Daniele, è carico come una sveglia per allenare, per me sarebbe prontissimo e trovavo adeguata l’idea Fiorentina. La Roma per ora lasciamola stare, Fonseca ha fatto una buona prima stagione, ha perso qualche punto dopo la ripresa ma Atalanta e Lazio erano comunque irraggiungibili“.
Sostenere che Zaniolo sia il suo erede non significa fargli un piacere, ma è ovvio che un talento del genere induca a certi pensieri.
“Zaniolo può diventare un grandissimo. È il talento più cristallino della nuova generazione, deve maturare come persona e in campo ma è inutile farla troppo lunga, succede a tutti i ventenni. Il consiglio migliore che gli posso dare è quello di legarsi a Lorenzo Pellegrini, perché è la persona che è, e perché da romano sa gestire bene privilegi e rischi del giovane campione in una città così differente dalle altre“.
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