Francesco Totti

AS ROMA NEWS TOTTI – Francesco Totti, storico capitano della Roma, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport a margine del Padel Awards al Foro Italico commentando un suo ritorno in giallorosso. Queste le sue dichiarazioni:

Francesco, di telefonate ne ricevi tante?
«Dipende… Parecchie dai».

In portoghese o in italiano?
«In italiano».

Ma è vero che hai sentito Mourinho?
«Ci messaggiamo ogni tanto. L’ho sentito anche al telefono qualche tempo fa».

Ti vuole alla Roma l’anno prossimo?
«Penso di sì. Poi parlate dell’anno prossimo, magari l’anno prossimo ci sto già da un po’ alla Roma».

La stima tra te e lo Special One è reciproca.
«Stiamo parlando di una grande persona e di un grande uomo. E poi come allenatore è il numero uno in assoluto. Per vincere servono i giocatori, è la base. Però serve pure un grande allenatore che li stimoli e li aiuti».

Dicono che gioca male, ha vinto 26 titoli…
«Pensa gli altri che hanno vinto di meno. Lui e Ancelotti sono i più vincenti al mondo. Contestare Mou mi sembra un’eresia».

Quanto ti manca la Roma?
«Tanto, tantissimo. E mi manca il campo».

Cos’è per te il calcio?
«La cosa che mi rende felice. In campo mi divertivo e facevo divertire. Oggi continuo a guardare la Roma da casa: è stata e sarà sempre la mia vita. E mi ha fatto conoscere in tutto il mondo».

La 10 della Roma chi la merita?
«Dybala meriterebbe un numero del genere, però darlo a un ragazzo che sta due , tre o quattro anni mi sembra poco rispettoso. Non per me, ma nei confronti della società e dei tifosi».

Quanto avresti voluto uno come Lukaku come partner d’attacco?
«Parecchio. Avremmo fatto a sportellate insieme contro tutti».

Ha segnato una doppietta col Belgio.
«Sì lo so, ma la Roma è un’altra cosa. La Roma è la Roma, punto».

La coppia Dybala-Lukaku ti piace?
«Non li abbiamo mai visti all’opera e sarebbe il caso. Non vedo l’ora».

La qualificazione in Champions per i giallorossi può essere un obiettivo?
«Certo, il campionato è ancora molto lungo e tempo per recuperare c’è, anche se la partenza non è stata sicuramente delle migliori».

Si parla sempre di pochi italiani in campo: ma ce ne sono di talento?
«Ai tempi nostri c’era più qualità e forse meno quantità. Il problema è che cerchiamo poco nei settori giovanili. Andiamo a prendere all’estero giocatori che secondo me sono inferiori a quelli che abbiamo in Italia».

Sei riuscito a goderti negli anni tutto quello che hai fatto?
«Sì, tutto. Una grande storia d’amore e anche un grande addio. Chiudere in un determinato modo è un conto, chiudere senza portare rispetto è un altro. A me è accaduto proprio questo: non ho avuto il rispetto che meritavo».

Solo colpa di Spalletti?
«No, no. Era una squadra».

Così tanti colpevoli?
«Di calcetto, dai».

Di rimpianti ne hai ?
«Rimpianti no, opportunità ne ho avute. Nel 2004 potevo andare al Real Madrid, poi la famiglia e le persone vicine mi hanno fatto capire alcune cose. E rimanere a Roma è stata la scelta migliore, la più importante nella mia vita».

Neppure Frattesi è un rimpianto? 
«Era qui venti anni fa… è un buon giocatore e sono contento per lui». 

La Nazionale? 
«Alti e bassi».

Le bandiere non ci sono più?
«Spero che un giorno ci sia un nuovo Totti. Magari non come me, ma con lo stesso attaccamento alla maglia sì. Ci credo e lo spero».



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